La nanna per i piccoli?. A Grugliasco è un lusso. Come si smantella la scuola pubblica
"Mio figlio ha solo tre anni, al pomeriggio deve fare il pisolino...". "Mi dispiace signora, ma le disposizioni Covid non ci permettono più di utilizzare i locali per la nanna e di tenere cuscini, coperte e brandine come abbiamo fatto finora". "Capisco i bimbi di cinque anni, ma i più piccoli...". "Signora, abbiamo istituito una uscita speciale alle 13, dopo la pappa... Potete utilizzare i nonni".
Questo dialogo, immaginario ma non troppo, riassume le segnalazioni che abbiamo ricevuto relativamente all'indecente comportamento tenuto dall'IC "66 Martiri", che si trincera dietro il Covid, adombrando indicazioni che abbiamo invano cercato nei documenti ministeriali di questi giorni, con gli iscritti alla scuole dell'infanzia che ne fanno parte: Gunetti, Andersen e Luxemburg (presso l'elementare Ciari"). Con un'arroganza che non dovrebbe trovare posto nella cultura di chi gestisce un servizio pubblico, il dirigente scolastico Alberto Francesco Cervia ha disposto - si suppone con l'accordo dei rappresentanti della famiglie che siedono nel Consiglio di Istituto, visto che nessuno finora ha battuto ciglio - la cancellazione del "diritto alla nanna" per i bambini delle scuole statali dell'infanzia sotto la sua responsabilità. Ci risulta che anche altri suoi colleghi (non tanti!) in altri comuni abbiano sposato la stessa comoda (per loro) posizione. Per questo i consiglieri di GD, Proietti e Cerruti, hanno presentato un'interrogazione urgente che preannuncia altre azioni.
Chissà se qualcuno ha segnalato al valente dirigente che il suo stipendio lo pagano i cittadini con le tasse che discendono dal loro lavoro e dai loro patrimoni? Chissà se qualcuno, fra leggi e circolari, ha trovato o troverà il tempo di spiegargli che "dirigere" un servizio pubblico non vuol dire sposare le soluzioni più comode per il dirigente e il personale, ma far funzionare il servizio pubblico al meglio nell'interesse della collettività?
Nella altre scuole dell'infanzia di Grugliasco la nanna è invece garantita, infatti è cominciata la migrazione delle piccole vittime dell'incapacità dirigenziale e delle loro famiglie. Nelle scuole del fenomeno locale, le maestre e le bidelle restano nello stesso numero con meno utenti, le conseguenze di queste scelte scellerate le osserveranno le maestre delle scuole elementari di riferimento che fra un paio di anni si renderanno conto che i bimbi respinti una volta per scelte di comodo non tornano automaticamente da dove sono stati allontanati.
La famiglie ancora non paiono ribellarsi con la decisione che occorrerebbe. Assente il Comune che a tutela della qualità delle scuole e del servizio ai suoi piccoli cittadini qualcosa da dire dovrebbe avercela. Non si conosce la reazione delle maestre la cui professionalità è pesantemente messa in discussione da decisioni dirigenziali che trasformano un servizio fondamentale per famiglie e bambini in una attività opzionale.
In passato, quando la scuola forniva un servizio che copriva un orario maggiore e anche una qualità migliore, si spiegava incessantemente ai genitori dei piccoli che la scuola non era assistenza, ma educazione e che, perciò mica potevano trasformarsi in baby sitter di Stato! Alla luce di ciò a cui stiamo assistendo, non ci sorprendiamo che l'idea che sta passando sia quella per cui le esigenze dei piccoli e delle loro famiglie sono in fondo alle priorità: prima le mutande di latta del dirigente, poi le mansioni di questo o quell'operatore, poi le fantasie degli insegnanti - gli inserimenti omeopatici di questi giorni ne sono una prova, come se le famiglie potessero prendere permessi a seconda delle lune e delle fantasie -, infine la ragione del loro lavoro: i bambini.
MT
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