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Effetti indesiderati dei vaccini – Perché lasciare il tema in mano ai No Vax?

Nei giorni scorsi abbiamo parlato di libertà e vaccinazione (Uno) regole e informazione (Due) e dei limiti dell'informazione (Tre). E poi sulla buona informazione come alternativa migliore dell'obbligo (Quattro). Oggi c'è la domanda sul perché si è scelto di lasciare il tema degli affetti avversi da vaccino ai no -vax.

Gli effetti indesiderati dei vaccini anticovid sono un tema su cui si è scatenata una violenta rissa. Da un lato c’è chi parla di effetti drammatici, morti, infertilità ed altri effetti drammatici non meglio specificati, dall’altra ci sono asserzioni tranquillizzanti, che parlano di disturbi banali.

Una prima constatazione è che sono scomparsi quelli che sull’onda della sciagurata campagna renziana del 2017/18 ti etichettavano come un “no vax” se solo accennavi agli effetti collaterali dei vaccini.  Hanno fatto una rapida capriola e sono diventati  “Ma è ovvio che i vaccini abbiano effetti collaterali! Tutte le terapie hanno effetti collaterali!”. Questi fanno forse meno danni di prima, ma non hanno il senso del ridicolo e restano inutili.
Degli effetti indesiderati se ne parla in modo generico e si accenna quasi sempre solo a sintomi comuni (dolore al braccio, possibile febbre e/o cefalea; astenia con sonnolenza e senso di spossatezza; eritema locale, ecc.). Tutte cose normalmente percepite come banali, che pur interessando una minoranza delle persone, hanno una discreta frequenza.

Ma la paura della vaccinazione è una brutta bestia che è alimentata più che dalle campagne no-vax,  dai media che - inseguendo scoop e notizie originali - creano più che altro confusione e difficoltà di comprensione. E soprattutto lasciano la sensazione di un’informazione reticente.
E così - anche nei primi mesi della campagna vaccinale - molte persone che si presentavano nei centri vaccinali avevano paura. Talvolta molta paura. Generica, verso effetti non ben definiti. Talvolta paura di morire. E queste paure interessano maggiormente le persone con minori strumenti culturali.

Le generiche rassicurazioni, quasi mai funzionano, anzi, è più probabile che peggiorino la situazione. L’informazione sui rischi deve essere esplicita, deve aiutare a comprendere la probabilità e l’entità dei possibili disturbi, deve far comprendere cosa fare in caso di “problemi”. Quasi sempre la conoscenza contrasta la paura.
Ma il rumore di fondo sui rischi da vaccino, richiede frequentemente un’informazione anche su fatti o voci in agguato nella penombra…. Ma quali sono i danni denunciati dai No Vax? Si parla di morti, di infertilità, di “danni ai bambini”, di effetti a lungo termine sconosciuti.
Degli effetti a lungo termine (da ipotesi generiche ai danni ai bambini, alla infertilità, parleremo in una delle prossime puntate). Limitiamoci oggi ad un paio di considerazioni sui morti.

In Italia muoiono ogni anno poco più di 600mila persone; poco meno di 1.000/100.000 residenti. Questo significa che ogni giorno su 100mila persone ne muoiono circa 2,75. Ovviamente ci sono differenze per età e genere. Qui mi limito a proporre dei dati sintetici; chiunque può calcolarsi i dati per classe di età e genere. I dati ISTAT sono pubblici. Prudenzialmente immaginiamo che l’ 80% delle persone destinate a morire nella giornata, siano in condizioni di salute  tali da non essere sottoposta a vaccinazione. Se fate i conti, nei 14 giorni di rilevazione post vaccino, su 100.000 persone vaccinate ci attendiamo comunque da 7 a 8 decessi. Morti non  perché vaccinati.

Quindi chi urla “è morta una persona” sfoga, magari, una giusta emozione, ma da una “non informazione”. Occorre verificare se si registrano dei possibili eccessi di mortalità (in funzione dell’età e del genere) per cause correlabili ad una vaccinazione.
Ma su questo fronte troviamo anche giornali che forse per una mal intesa par condicio alternano titoli su "morti dopo il vaccino" con titoli su no-vax pentiti o morti per covid. Titoli ottusi in entrambi i casi.
Quindi le cose sono un po’ più complesse di quanto “pensi” chi non ci riflette su.

Poi ci sono effetti reali, rari, rarissimi se preferite, ma importanti. Parliamo di polineuropatie (Sindrome di Guillain Barré), pericarditi e miocarditiI “Rapporti sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19” sono facilmente reperibili ed inquadrano questi temi. Ma è corretto pretendere qualcosa in più.
Le miocarditi in origine sono state segnalate in Israele con una frequenza di 1 caso su 175.000 vaccinati, più frequentemente in giovani maschi. Un problema serio, nulla a che vedere con le trombosi dei seni cavernosi del vaccino di AZ, ma serio. Ma occorre evidenziare che le miocarditi rientrano anche tra gli effetti della Covid19.

Questo solo per fare un esempio. La situazione dei vaccini non è “tutta rose e fiori”, ma i benefici sono innegabili e molto superiori ai rischi da malattia o da vaccino.
Allora dobbiamo chiederci perché lo Stato non propone una informazione esaustiva? Dobbiamo credere che gli “esperti” siano così obsoleti da non conoscere i principi di base dell’informazione sui rischi? Eppure ci sono, lo vedremo alla fine, esempi di buona informazione , o se preferite di informazione utile, anche in Italia.
In pratica si lascia in mano a propagandisti No - Vax un tema critico, quando basterebbero trasparenza e impegno per permettere alle persone di sceglie se vaccinarsi con una serenità enormemente superiore a quella attuale. In pratica di scegliere di vaccinarsi.
Non ci sembra il caso di proporre delle risposte. Rimaniamo alla domanda: “Perché lo Stato non propone un’informazione completa, trasparente, non reticente sugli effetti in desiderati dei vaccini?” . Possiamo darci risposte differenti, ma è pericoloso eludere questa domanda.

Carlo (05 di 12)

P.S: alcuni giorni fa, in un centro vaccinale di Grugliasco, ho avuto un colloquio con una giovane donna, accompagnata dalla madre. Riferiva importanti disturbi dopo la prima dose di vaccino, praticata più di un mese prima. Non è rilevante discutere su quanto e come questi disturbi fossero correlati alla vaccinazione.
Non potendo garantire adeguatamente la riservatezza a causa della logistica e dovendo parlare di condizioni di salute delicate, ho invitato la figlia e la madre ad alzarci per recarci in una zona adeguata.
Giunti in area adeguata, riprendo il colloquio e la madre per prima cosa mi dice “Si, si capisco! Lei deve evitare che la gente sentendo si spaventi”. “Veramente signora lo faccio per tutelare sua figlia”. “No, no. Capisco. Voi avete disposizione di non spaventare la gente. Ma guardi è giusto. Non bisogna spaventare le persone che vengono a vaccinarsi”

E’ solo un aneddoto. Ma descrive almeno parte della percezione che le persone hanno dell’informazione sui vaccini.

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