/>

Ultime notizie

“Io credo nella scienza”. O no?

Siamo giunti alla nona puntata (in 9 giorni) di riflessioni sulla campagna vaccinale. Ne mancano ancora 3.Chi si è perso i posto precedenti o non ricorda, trova tutto sul Blog di Grugliasco Democratica. 

In un mondo berlusconizzato, dove è obbligatorio che informazioni validate ed opinioni bislacche siano messe  sullo stesso piano (“Siamo o non siamo in democrazia? Perdinci!”), noi non possiamo che stare dalle parte delle osservazioni condotte seguendo criteri scientifici.

Sappiamo bene che sovente la politica usufruisce di sciamani che traducono le conoscenze scientifiche in affermazioni ad uso e consumo di esigenze politiche, quindi in molti campi occorre stare attenti
Studiando, verificando, guardando da vari punti di vista, possiamo dire che nel corso della pandemia la comunicazione ha evidenziato incapacità a mettersi dalla parte dei cittadini, superficialità, assenza di riflessione sul ruolo svolto, mancanza di obiettivi chiari, sfiducia nei confronti dei cittadini. Paura di mettersi in gioco. 
Insomma, un’informazione irritante, paternalistica, che vuole convincere invece che informare. Una informazione che ha creato fratture. Un'informazione dannosa. 
Ora, o c'è proprio una montagna di incapacità, oppure l'informazione ha scelto di perseguire gli obiettivi dei partiti invece che quelli della salute dei cittadini.  Non sarebbe stato troppo difficile fare un'informazione che consentisse ai cittadini di scegliere. E vaccinarsi. 

In questi mesi molti si sono sentiti in dovere di dire “Io credo nella scienza!"
Non vogliamo fare i precisini, ma "Io credo nella scienza", in senso stretto, è un ossimoro.
E’ bene (è indispensabile) fare riferimento alle informazioni prodotte seguendo il "metodo scientifico", ma non è la stessa cosa del "credere".

Da 18 mesi assistiamo alla produzione di informazioni scientifiche “in diretta”. Partendo da “quasi zero” sono state prodotte informazioni, è stato verificato che informazioni relative ad ambiti simili erano applicabili anche al SARS-Cov-2 ed alla Covid 19. E altre no.

Chi ha un po’ di dimestichezza – oppure ha voglia di documentarsi – comprende facilmente che le informazioni via via prodotte vengono talvolta smentite, più frequentemente sono superate da altre informazioni più dettagliate. E talvolta cambia anche la realtà (il virus)
Per capire è necessario tenere ben separato ciò che "dice la scienza" e ciò che "dicono i media".  Anche perché i media sembrano voler alimentare la rissa tra Pro Vax e No Vax

La maggior parte dei "virologi" televisivi (oggi sono tutti virologi, dai pneumologi, agli epidemiologi) sono persone che hanno studiato, ma non sono scienziati. Alcuni, sì, sono scienziati. Ma tra i primi, alcuni frequentemente parlano senza avere letto nemmeno gli abstract di articoli scientifici inerenti i temi su cui sono chiamati ad esprimersi. E così contribuiscono a far credere che "in fin dei conti si tratta di opinioni".
In realtà la scienza ci racconta come stanno le cose per quanto ne sappiamo. E le informazioni prodotte seguendo il metodo scientifico sono verificabili. Andando avanti, magari queste informazioni cambieranno, saranno più dettagliate, talvolta potranno essere smentite. Ma tutto in modo verificabile.
Quindi non dobbiamocredere nella scienza” dobbiamo cercare fonti che ci diano delle conoscenze prodotte con metodi affidabili e verificabili.

Ma se chi “crede nella scienza” è destinato a causarci problemi, cosa dobbiamo fare con chi si affida ad affermazioni non verificabili?
Innanzi tutto occorre distinguere ...
  • Ci sono i sacerdoti di questa religione, i “No Vax” impermeabili a qualsiasi obiezione. Credono ferventemente, sovente non sanno perché e non c’è fatto che possa incidere sulle loro credenze. Ma i No Vax, in realtà sono pochissimi.
  • Tra chi non si è vaccinato troviamo persone che hanno paura. Sovente una paura indeterminata.
  • Altri che sono confusi. Non riescono a capire.
  • Altri sperano di fare come le tarme. Confidano nel effetto gregge. “Che io rischi se li prendano gli altri!”
  • Altri ancora sono incazzati. Per l’epidemia. Per la preoccupazione per il futuro. Per i media che paiono inaffidabili.
Ma quali sono le fonti? Che caratteristiche hanno queste fonti?

Filmati: sovente molto lunghi, che difficilmente vengono ascoltati per intero. Si caratterizzano per il forte impatto emotivo e per l’assenza di qualsiasi dato. DI solito si ascolta solo l'inizio. Il vago senso di colpa che ne deriva impedirà di smentirli.
Poi ci sono brevi testi, dei “mini pamphlet” (molto “mini”) che citano “cose” attribuite al “fronte vaccinale” per poi ridicolizzarle. Sono polemiche, talvolta divertenti, ma che non portano alcuna informazione nel merito. 
Poi ci sono testi prodotti da “medici vari” . Sono faticosi da leggere per uso di linguaggio aulico e voli pindarici con cui si vorrebbero formulare delle ipotesi. Non riportano mai dati. In alcuni casi le affermazioni sono palesemente inventate; in altri non sono in alcun modo pertinenti con le considerazioni che vengono fatte. Citano “l’esperienza personale” quasi che la dimensione dell’esperienza individuale possa essere tale da produrre informazioni valide. La bibliografia è assente o si citano fonti (riviste / siti) che non verificano quanto viene pubblicato.
Infine dovrebbero esserci gli articoli scientifici pubblicati su riviste peer reviewed. Qualcuno strilla al complotto. Si parla di "boicottaggio". Peccato che nessuno mai presenti  documentazione da cui risulti l’invio dell’articolo ad una rivista autorevole, né documentazione da cui risultino i motivi del rifiuto di pubblicazione.

Di fronte a queste considerazioni, qualcuno si piange addosso "Ma per fare ricerca servono fondi! Noi non siamo mica delle multinazionali ... ecc..."
Però, scusate, chi si occupa di ambiente mica ha fondi. Lavora. Solo per fare un esempio, le pubblicazioni di GreenPeace, le pubblicazioni NO TAV, sotto il profilo scientifico sono più che valide. E abitualmente sono considerate dalle agenzie per l'ambiente...

Ma non importa. Si ripetono e condividono le cose mille volte ed alla fine, a forza di leggerle ci si convince che sono vere. E che le dicano in molti...

Carlo (09 di 12)

Nessun commento