Coronavirus a Grugliasco e in Piemonte: il tempo delle domande, parte terza
Questa è la terza e, per adesso ultima, serie di domande che facciamo al sindaco e al presidente della Regione. Sarebbe bello che se le facessero anche i responsabili sanitari di questo disastro. Oggi siamo molto contenti perché la Regione ha nominato
Paolo Vineis Responsabile della nuova “Area di supporto alla Pianificazione
strategica” dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte. L’entusiasmo non è al
m,assimo perché è difficile capire quali siano esattamente le funzioni di
questa “Area”, però...
Di positivo
c’è che la Regione sembra avere capito che per fare scelte utili occorre
disporre di informazioni. E di positivo c’è anche che Paolo Vineis è una
persona di elevatissimo livello, da tutti i profili.
Bisogna
vedere se gli saranno forniti gli strumenti necessari, perché come abbiamo scritto l’altro ieri e ieri non solo
non c’è stata capacità di trasformare i dati in informazioni, ma probabilmente
non c’è stata neppure la capacità di produrre correttamente i dati.
Vedremo.
Per adesso l’unica cosa su cui siamo pronti a scommettere è che, se non ci
saranno condizioni serie, Paolo Vineis resterà all’ ”Area di supporto alla
Pianificazione strategica” meno di
quanto non duri la primavera in Inghilterra!
Restando al
nostro piccolo, dopo esserci occupati del significato dei “numeri” che ci
vengono dati sui tamponi e dopo avere riflettuto sulla capacità di fare tamponi
e su come utilizzarli, ci restano alcune domande su come Il Piemonte affronta l’epidemia. In particolare:
✔ sulle
risorse strutturali
✔ sulle
mascherine
✔ sui
trasporti
✔ sulla
sicurezza sul lavoro,
RISORSE STRUTTURALI
E’ un tema che la
Regione Piemonte ha spiegato poco, a parte qualche dato sui numeri di posti
letto in terapia intensiva e qualche spot sulla trasformazione di Ospedali
contaminati in “Ospedali Covid” o sulla realizzazione di qualche “ospedale da
campo.
E’ un tema delicato,
sia per l’oggi, sia per il futuro. E se ce lo raccontano dettagliatamente,
siamo più sicuri che lo conoscano, che “ci stiano dietro”, perché, se si è vicini ai problemi del
territorio, li si conosce e si evita che succedano cose strane, per esempio che
all’Ospedale di Tortona si bypassino la tende del triage. Ma non solo ...
Se la Regione monitora
e informa, è più probabile che le cose restino sotto controllo. Per esempio:
Terapie intensive
• quanti posti di terapia
intensiva sono attivi?
• Di questi, quanti sono
i posti di nuova realizzazione?
• quanti posti di T.I.
sono occupati?
• di questi questi quanti
sono occupati da pazienti con patologia da COVID19?
Reparti ospedalieri
• Quanti reparti e quanti
posti letto sono stati dedicati ai pazienti Covid?
• E quale proporzione del
totale dei posti letto è costituita da “Posti letto Covid”?
Le patologie che normalmente arrivano in
ospedale continuano ad esistere. Parte delle prestazioni sono state differite.
Risulterebbe però che sia alto il numero di persone costretto a rivolgersi al
privato non convenzionato (pazienti tumorali, cardiologici,a non solo)
• Per le attività
sanitarie che sono state differite, sono stati predisposti programmi di
recupero?
• Quando e come saranno
resi noti dalla Regione i modi ed i tempi
con cui i pazienti potranno accedere alle cure indispensabili?
Strutture per persone
positive che non hanno bisogno di cure
ospedaliere
✗
Quali
e quante strutture sono attive per ospitare persone che non necessitano
trattamenti sanitari, ma devono essere isolate? (risulta che l’ex ospedale
militare è stato destinato ad operatori sanitari. Quali altre?)
✗
Quanti
sono i “posti letto” per queste persone ?
✗
Quante
persone sono ospitate?
La Regione deve
saperlo. E farebbe piacere se lo sapessimo tutti noi.
MASCHERINE ED ALTRI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE
La Regione Piemonte ha annunciato di avere
acquistato 5 milioni di mascherine per i residenti in Piemonte. Poi il
23 aprile ha detto che sono mascherine prodotte in Piemonte, ma ci vorrà
almeno un mese per averle. Le distribuiranno i Comuni oppure le Poste.
Siamo contenti che la
Regione valorizzi le aziende piemontesi, ma ci chiediamo come abbia fatto ad
identificarle. Ed è evidente che attualmente i 5 milioni di mascherine
continuano a non esistere.
Allora ci chiediamo se
sia stato realizzato un registro della aziende piemontesi che producono
le mascherine e se sia nota la loro
capacità produttiva giornaliera.
Perché se ci vuole
ancora un mese, forse la cosa da fare è supportare le aziende nella
produzione di mascherine. Perché se non lo si fa, poi, non si può andare in
giro a raccontare che si vuole essere vicini al mondo produttivo.
Il Decreto Legge 17
marzo 2020 n. 18 agli artt. 15 e 16 ha previsto la possibilità di immettere in
commercio mascherine non marcate CE. Le previsioni della norma sono meno
semplici di quanto non si creda. Per aiutare le piccole aziende e per dare
garanzie a tutti, sarebbe necessario che la Regione Piemonte si affiancasse
alle piccole aziende per consentire e garantire l’immissione sul mercato di
prodotti “utili”
Ma pensiamo che il
supporto si possa dare anche in tanti altri modi
Per tante altre cose,
guanti, disinfettanti ecc, i ragionamenti sono analoghi e non stiamo qui ad
annoiarvi.
TRASPORTI
Con la fine del lock-down, o per
meglio dire, con l’attenuazione del lock-down i trasporti saranno una delle
criticità più diffuse. Si parla di riduzione dei posti sui mezzi pubblici,
di aumento delle corse, di promozione della mobilità privata leggera. Tante
voci, ma nessuna certezza.
Non ci
aspettiamo che ad oggi esistano già soluzioni completamente definite. Ma la
Regione rinunci a voler fare annunci che ci lasciano a bocca aperta. A bocca
aperta ci hanno già lasciato.
Sarebbe
invece rassicurante se progressivamente la Regione ci aggiornasse sullo stato
di avanzamento delle soluzioni previste per i trasporti. E’ inutile che Cirio
spinga per la riapertura della attività produttive se poi non agisce per
costruire le soluzioni necessarie.
Per adesso
in Piemonte il 4 maggio si prospetta non come il giorno della ripresa di
molte attività lavorative, ma come il giorno di un memorabile ingorgo.
Non
dimentichiamo, tra l’altro, che la scienza considera seriamente l’ipotesi che
l’indebolimento delle difese delle vie aeree causato dall’inquinamento
atmosferico, sia una delle cause dell’elevatissima letalità delle
infezioni da Covid19 nella Pianura padana. Quindi evitiamo di produrre
nuovi picchi di inquinamento.
COVID 19 E SICUREZZA SUL
LAVORO
Per molte attività lavorative non sussistono
significativi rischi da COVID19. Quantomeno se si mettono in atto misure di
tutela oramai ampiamente discusse.
Senza riprendere
argomenti già trattati in altro post, le criticità per il contagio in
molti luoghi di lavoro sono correlate ai trasporti, all’entrata e uscita in
azienda, agli spogliatoi, ai refettori e
poi anche ai servizi igienici ed alle aree fumatori.
Nelle attività
industriali si è lontani gli uni dagli altri. Sovente troppo lontani. Le
attività del terziario, con contatto con la popolazione, sono quelle a maggiore
rischio. E sono quelle “indispensabili” rimaste in larga parte aperte.
Quindi nessun problema
per il futuro?
No, i problemi esistono.
✔ Perché se
l’imprenditore fa l’imprenditore, e non il “padrone”, allora è facile applicare
le misure di tutela e agire per correggerle valutando sul campo eventuali
problemi. Ricordiamoci che per la “valutazione dei rischi” le indicazioni tecniche considerano
fondamentali le informazioni assunte dai lavoratori.
✔ Per altro verso, la
realtà lavorativa italiana è costituita al 95% da aziende che occupano fino a 5
addetti. 1/4 di secolo di esperienza
nell’applicazione delle norme comunitarie ci ha insegnato che un’ampia fetta
dei “consulenti per la sicurezza”, dei “Responsabili SPP” sono assolutamente
inadeguati. Non fraintendete. Ci sono anche splendidi professionisti, ma le
micro-aziende hanno poche difese dai venditori di fumo.
E allora vogliamo
sapere cosa ha deciso di fare la Regione Piemonte.
✔ Occorre che i Servizi
di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPreSAL) delle ASL siano impegnati in agili attività di
vigilanza per verificare la corretta messa in atto delle misure tecniche
organizzative e procedurali per prevenire i rischi da COVID 19.
✔ Occorre anche che gli
SPreSAL siano impegnati in attività di informazione e assistenza a favore,
soprattutto, delle piccole aziende.
E se, per garantire le
attività di vigilanza e di informazione /assistenza, occorre rinforzare gli
SPreSAL
come fatto per i SISP, lo si faccia senza indugio. Altrimenti non si
invochi la ripresa delle attività produttive.
Carlo Proietti
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