Coronavirus a Grugliasco e in Piemonte: il tempo delle domande, parte seconda
Ieri abbiamo iniziato a
porci ed a porre alcune domande su cosa sta succedendo in Piemonte per
l’epidemia da Covid 19. Siamo interessati a
capire in dettaglio cosa è successo e cosa stia succedendo a Grugliasco, ma occorre uno sguardo più
allargato. E così non possiamo che rivolgerci alla Regione Piemonte. E se il
Sindaco di Grugliasco ritenesse di darci una mano, forse otterremo risposte più
rapide. Vedremo.
Abbiamo iniziato a
riflettere e fare domande prima della puntata di Report del 20 aprile sulla
situazione in Piemonte. Non possiamo che consigliare a tutti di vedere quella
puntata di Report. Anche ai tifosi della
Giunta Regionale di destra, perché emerge una sconcertante Fiera dell’Incompetenza.
Su tanti fronti. Quello che possiamo
fare noi, come Lista Civica, è mettere a fuoco cose che si possono e devono
fare. Ad altri spetta la ricerca delle responsabilità politiche, giudiziarie,
morali.
Parte 2 – Ancora sui TAMPONI
A tutti
piacerebbe essere in una situazione in cui il Servizio Sanitario Regionale
fosse in grado di effettuare tutte le analisi necessarie per diagnosticare
tempestivamente in casi di malattia da Covid19. Purtroppo la cronaca e i racconti
di amici e conoscenti ci raccontano come non è così.
Allora
sarebbe meglio che la Regione Piemonte non si nascondesse dietro ad un dito e
ci informasse dettagliatamente sulla situazione. Le notizie spiacevoli, alla
fin fine, sono sempre meglio dell’assenza di notizie. Anche perché, in
democrazia, chi da notizie spiacevoli sul suo operato, deve necessariamente
impegnarsi a migliorare ciò che fa…
Ed allora,
chiediamo al Presidente Cirio ed all’Assessore Icardi di informarci in
dettaglio su quale sia la capacità operativa di fare ed analizzare tamponi per
il Covid19
✔ Quali sono
i laboratori pubblici ed accreditati che effettuano analisi dei tamponi che
operano per la Regione?
✔ Quale è il
numero di tamponi che ogni struttura è in grado di analizzare giornalmente?
✔ E quindi il
numero totale dei campioni analizzabile quotidianamente?
E inoltre,
✔ I
laboratori utilizzano tutti la medesima tecnica analitica o seguono procedure
differenti;
✔ C’è una
supervisione su questo aspetto?
✔ Sono state
fatte valutazioni / stime dell’affidabilità delle analisi (il Piemonte dispone
di una eccellente Rete di Epidemiologia.
Potremo
così chiarire quale sia la probabile dimensione dei Falsi Negativi, ma anche
quella dei Falsi Positivi
✔
Quali sono le azioni messe in atto, o previste per i prossimi
giorni, per aumentare la capacità di analisi dei tamponi
Visto che
ieri qualcuno ce l’ha chiesto, proviamo a chiarire perché la proposta di
“tamponi a tappeto” sia demagogica.
Esiste un evidente problema di
praticabilità, e questo è semplice da capire. Intanti i Piemontesi sono 4.300.000. La questione si complica ulteriormente perché si dovrebbe capire con che frequenza farli. Io
posso essere negativo oggi, ma contagiarmi domani. Potrei contagiarmi tra il
momento del tampone ed il momento in cui ricevo il risultato.
E poi... come in tutti gli screening ci sono falsi positivi e falsi negativi. I primi fanno mettere inutilmente in
quarantena delle persone ed ingenerano inutilmente paura. Ma per l’epidemia è
un problema minore. I “Falsi negativi”
sono un problema molto più serio, perché “perdiamo” delle persone che sulle
base del risultato si comportano pensando di non costituire un rischio per gli
altri. Pensate ad un paziente ricoverato in ospedale per altro motivo, l’esito falsamente
negativo porta ad abbassare le cautele agli operatori sanitari che così si
contagiano e diffondono la malattia. O, per simmetria, pensate ad un operatore
sanitario erroneamente considerato negativo.
Interpretare l’esito di un tampone
sulla base anche della sintomatologia e/o dell’esposizione a rischio porta a
meno errori. Ed è per questo che, se si sospetta la malattia o se si sospetta
fortemente l’esposizione a rischio, un tampone negativo dovrebbe essere sempre
seguito da un secondo tampone. Il problema dei falsi negativi è così grosso
che diversi clinici pensano che in questa fase epidemica la diagnosi sia
soprattutto clinica.
Quindi, in
via indicativa, i tamponi vanno
effettuati per:
•
gli operatori sanitari a rischio per contatti stretti con pazienti
positivi;
•
i pazienti ospedalieri con quadro clinico sospetto;
•
i tutti i degenti nelle RSA;
•
le persone sospette a domicilio;
•
i contatti stretti di persone positivi, in primo luogo i
famigliari.
Occorre risolvere con urgenza la
questione delle persone “ristrette” a casa, in attesa di tampone e quella dei
loro famigliari conviventi. Se non si effettuano i tamponi, per un verso ci si
affida al senso di responsabilità delle persone, che a rigore non sono tenute a restare a casa più di tutti noi, per altro
verso si rischia di imporre inutilmente una misura particolarmente gravosa
accompagnata da forte preoccupazione
E’ tanto?
E’ poco? Sicuramente è indispensabile coprire questi ambiti senza inutili
ritardi.
E allora ci
chiediamo se la Regione monitori adeguatamente cosa sta succedendo in Piemonte?
In
particolare:
✔ Per
ciascuna delle categorie sopra citate è stato chiesto alle ASL di rilevare
quante siano le persone in attesa di tampone?
✔ Quali sono
i tempi di attesa (medi e massimi) per un tampone per le diverse categorie?
✔ Quanti sono
gli operatori sanitari (per profilo professionale per provincia o struttura)
positivi?
✔ E quanti
sono in attesa di tampone?
✔ E’
garantito in tutte le strutture che gli operatori sanitari “sospetti” (ancora
da sottoporre a tampone) siano oggetto di misure per la tutela delle salute dei
degenti e dei colleghi?
Insomma
aspettiamo delle risposte. Dalla Regione Piemonte, ma non solo, anche il
Sindaco, se lo ritiene, può partire da queste considerazioni per ottenere dalla
Regione e dall’ASL informazioni dovute. E come al solito restiamo a
disposizione
E domani, nella terza puntata di questa "fiera delle domande" proviamo a farne alcune per capire cosa sia stato effettivamente messo
in atto in Piemonte per affrontare l’Epidemia.
Carlo PROIETTI
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