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Vaccini, efficacia ed effetti avversi. “La fiducia è una cosa seria”

Cosa sta succedendo?
AstraZeneca è stato sospeso in Danimarca, Austria, Estonia, Lettonia , Lituania, Lussemburgo,
Norvegia e Islanda. In Italia l’AIFA ha sospeso un lotto di vaccino AstraZeneca (qualcuno ha scritto “due lotti”, ma credo che sia uno solo). 
Ed è sempre viva la polemica sull’allargamento delle indicazioni del vaccino AstraZeneca.
Nello stesso tempo ci sono vivaci polemiche su una serie di corporazioni che pretendono di essere improbabili categorie prioritarie per ricevere il vaccino. Probabilmente, chiedono anche di ricevere un vaccino griffato, non AZ.
Occorre fare un po' di chiarezza, non solo per la salute di tutti (e per quella mentale, individuale e collettiva), ma anche perché, quando le cose non sono chiare, prevalgono sempre gli interessi opachi di pochi. 
In primo luogo occorre capire che dobbiamo discutere separatamente dell'efficacia dei vaccini e degli effetti avversi.

Effetti avversi: 
Ricordiamoci che le autorizzazioni per l’uso dei vaccini sono state date (credo tutte) in regime di emergenza. E ogni scelta non può che fare riferimento a valutazioni rischio/benefici. Con gli effetti drammatici dell’epidemia di Covid19, il rapporto rischi benefici è enormemente sbilanciato verso i benefici. (leggi)
Tutto bene e tutto semplice? Si e no .…
La Covid19 ha conseguenze molto differenti a seconda dell’età. Limitandoci alla letalità, è bassa fino ai 50 anni (in particolare per le donne), poi sale.
Da questo deriva che i vantaggi (individuali) della vaccinazione crescono con il crescere dell’età (l’efficacia sembra diminuire con l’età, ma in misura assolutamente non rilevante).
Quindi la prima domanda da fare è "Come sono distribuiti i rischi per le diverse classi di età?"  Questa è un’informazione scientifica che si può produrre anche dalla osservazione dei vaccinati.
Rispetto alle notizie delle ultime 48 ore, l’ex direttore dell’EMA ha detto che ci sono stati 30 casi di trombosi dopo AstraZeneca su 3 milioni di dosi somministrate. Con una frequenza in linea con quanto atteso nella popolazione generale.
Non c’è motivo di non credergli, ma questi dati devono essere pubblicati. E verificati dalle istituzioni scientifiche italiane (in primo luogo dal Istituto Superiore di Sanità) che può rapidamente rendere disponibili queste informazioni validate. Potremo sapere quante sono le persone vaccinate per classe di età e quanti sono stati gli effetti avversi  “temporalmente correlati”  in un determinato lasso temporale. E si potrà verificare quanto questi effetti corrispondono a quanto atteso nella popolazione generale.
Occorre pretendere che un Ente (chi meglio dell’ISS?) svolga questo ruolo, se vogliamo evitare che la situazione prenda una brutta piega.
Invece, gran parte dei media e degli esperti intervistati – con pochissime eccezioni - si sente in dovere di tranquillizzare. Spiace dirlo, ma è un approccio da dilettanti.
L’informazione sui rischi deve essere trasparente e non c’è cosa più dannosa che negare semplicisticamente notizie su possibili danni.
Le persone non si tranquillizzano quando viene detto loro di tranquillizzarsi, ma quando comprendono le dimensioni di un problema e sentono di potersi fidare di chi glielo spiega.
Una volta c’era una pubblicità che diceva “la fiducia è una cosa seria”. E la fiducia si conquista comportandosi costantemente in modo serio. 

Efficacia del vaccino: 
Abbiamo già descritto quanto risulta dalla letteratura scientifica in merito all' efficacia del vaccino di AstraZeneca e di altri vaccini dati.
In massima sintesi:
  • Il vaccino di Pfizer e BioNTech ha un’efficacia del 95% (94,6%) nel prevenire le forme cliniche di Covid19, con un’efficacia dopo la prima dose del 52%
  • Il vaccino di Moderna ha un’efficacia del 94,1% nel prevenire le forme cliniche di Covid19. Non ho trovato eventuali dati sul efficacia dopo la prima dose di vaccino.
  • Il vaccino di AstraZeneca ha un’efficacia del 59,5%. Viene specificato che questa è l’efficacia per la somministrazione della seconda dose del vaccino dopo 4 – 12 settimane. E si aggiunge che l’efficacia è del 62,6% con la seconda dose dopo 3 - 24 settimane.
Notizie successive hanno attribuito ad AstraZeneca un’efficacia del 80% (per seconda dose dalle 12 settimane in poi), dato sostanzialmente estrapolato da un sottogruppo del trial clinico di meno di 1.700 persone tra vaccinati e controlli.
Poi il 3 febbraio AdnKronos parla di “un’efficacia al 76% dopo la prima dose”. E anche “Parrebbe che ci sia un’efficacia del 82% quando la seconda dose viene somministrata nel corso della dodicesima settimana”
Se rimaniamo alle sperimentazioni, i trials clinici tra i 55 ed i 64 anni hanno registrato 8 casi tra i vaccinati e 9 casi tra i non vaccinati. Per le persone di età superiore ai 65 anni sono stati osservati 2 casi tra i vaccinati e 6 tra i non vaccinati
Rimando a quanto già scritto, ma se facciamo riferimento alla scienza allora dobbiamo considerare gli esiti dei trials clinici. Quanto emerge dai ritagli è molto interessate, ma serve a generare ipotesi, per fare nuovi studi. Non serve ad attestare “verità scientifiche”

Concludendo:
Quanto dice l’Istituto Superiore di Sanità e quanto raccomanda la prima circolare del MinSan (n° 005079 del 09/02/202) è fondato: “il vaccino Astra Zeneca è raccomandato alle persone dai 18 fino al compimento dei 55 anni (54 anni e 364 giorni) in assenza di patologie che aumentino il rischio clinico associato all’infezione da SARS-CoV-2” con somministrazione della seconda dose dopo 12 settimane.
Le successive estensioni d'uso del vaccino hanno basi fragili
Ma, dirà qualcuno,"siamo in emergenza, ed AstraZeneca è pur sempre meglio che niente".  Questa affermazione può essere condivisa solo se non esistono alternative ad AstraZeneca. Ma le alternative esistono e sono valide. Le scelte del Governo sono giustificate solo se sanno che gli altri vaccini non arriveranno. Ma in questo caso deve esserci detto in modo chiaro.
Ma non facciamo confusione. La condivisione o non condivisione delle indicazioni all'allargamento dell’uso di Astra Zeneca a classi di età superiori riguarda l’efficacia del vaccino, non gli effetti indesiderati.

Carlo Proietti

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