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3 vaccini antiCovid19 e tante notizie in libertà. Facciamo il punto

 

"Voglio fare
 quello della Pfizer! O quello di Moderna!", "No, fatevi quello di AstraZeneca!", " Johnson & Johnson?", "No, ricorda troppo il borotalco!", "E lo Sputnik V dove lo mettete?" "Io voglio il Soberana!". 
In queste settimane si parla molto di vaccini antiCovid19 e anche ascoltando distrattamente abbiamo capito che il problema è l’approvvigionamento dei vaccini.
In Italia sono approvati 3 vaccini anti-Covid19: il Comirnaty di Pfizer e BioNTech, il vaccino dell’americana Moderna e il vaccino AstraZeneca.
E - a breve - sarà approvato il vaccino della Johnson & Johnson. E qualcuno inizia a chiedersi se l’UE non sia stata un po’ troppo spocchiosa nei confronti del vaccino russo, lo Sputnik V.
Lo scorso aprile ho fatto la facile previsione che per fine anno ci sarebbe stato un vaccino per la Covid19 e che le autorità lo avrebbero approvato anche se sulla base di studi scientifici meno robusti. Una scelta dovuta, e limpida se fatta nel ambito di valutazioni rischi–benefici. Quindi ben vengano tutte le approvazioni, ma occorre che tutto sia molto trasparente.
Le cose per un verso sono andate meglio del previsto: abbiamo diversi vaccini alcuni dei quali molto efficaci e con rischi contenuti. Per altro verso le cose sono andate peggio del previsto. Le Autorità, in Italia come all’estero, hanno continuato a darci un’informazione di basso livello. Un'informazione in cui non si prevede che l’ascoltatore capisca e si faccia delle domande.
Ed ho l’impressione che nelle ultime settimane la qualità dell’informazione sui vaccini sia scesa pericolosamente.
In particolare c’è la sgradevole sensazione che per il vaccino di AstraZeneca ci siano spinte non suffragate dai fatti. Vediamo un po’ ...

Ho provato a fare un confronto tra i 3 vaccini attualmente autorizzati in Italia. Come fonte ho usato le schede riepilogative dell'Istituto Superiore di Sanità reperibili su "Epicentro" .
Altre fonti non aggiungono informazioni importanti per i Vaccini di Pfizer Biontech e di Moderna. Mentre la scheda del vaccino di AstraZeneca mi sembra decisamente meno buona. Così ho integrato le informazioni dal sito dell’AIFA e consultando alcuni siti che per esperienza reputo affidabili.
Ho sintetizzato i risultati in una tabella che permette a tutti di farsi un’idea. Per non scoraggiarsi al primo impatto con la tabella, vediamo che informazioni troviamo:
  • Date di autorizzazione dei singoli vaccini;
  • Tipo di tecnologia dei vaccini e modalità di conservazione e preparazione;
  • Finalità del vaccino e pubblicazione dei risultati;
  • Efficacia dei vaccini
  • Sicurezza dei vaccini
  • Note varie
Detto questo, eccovi la tabella.

Ma quali sono le informazioni più interessanti?

  • Tutti i vaccini sono efficaci per prevenire le forme clinicamente manifeste di COVID-19. Da analisi effettuate in Israele, adesso sappiamo per il vaccino di Pfizer – Biontech è efficace anche nel prevenire le forme asintomatiche (efficacia del 89,4%) Credo che lo stesso, con ogni probabilità valga anche per il vaccino di Moderna, che usa la medesima tecnologia, ma ancora non c’è prova scientifica. Insomma, possiamo iniziare a credere fondatamente che le persone vaccinate (al 90%) non contribuiscono più a diffondere il contagio.
  • I risultati degli studi su Pfizer-Biontech e su Moderna sono pubblicati su riviste scientifiche qualificate. Per AstraZeneca trovo solo risultati preliminari o bozze.
  • Gli studi su Pfizer-Biontech e su Moderna sono abbastanza ampi e per molti versi ben confrontabili. Lo studio su Moderna formalmente pare un po’ migliore. Sono studi che permettono di esprimersi sulla efficacia dei 2 vaccini e che danno un quadro “utile” degli effetti avversi.
  • Per AstraZeneca sono stati condotti 4 studi, ma con un numero di persone coinvolte inferiore. Per un errore metodologico e per i risultati sono stati poi considerati solo 2 studi ai fini dell’autorizzazione.

Probabilmente tutti abbiamo sentito le “percentuali” di efficacia dei 3 vaccini. In primo luogo ricordiamoci che per nessun vaccino anticovid19 oggi  conosciamo la durata della protezione, ma questi sono i limiti quando si fa riferimento alla scienza e non agli stregoni.
Il vaccino di Pfizer e Biontech ha un’efficacia del 95% (94,6%) nel prevenire le forme cliniche di Covid19, con un’efficacia dopo la prima dose del 52%
Il vaccino di Moderna ha un’efficacia del 94,1% nel prevenire le forme cliniche di Covid19. Non ho trovato eventuali dati sul efficacia dopo la prima dose di vaccino.
Il vaccino di AstraZeneca ha un’efficacia del 59,5%. Viene specificato che questa è l’efficacia per la somministrazione della seconda dose del vaccino dopo 4 – 12 settimane. E si aggiunge che l’efficacia è del 62,6% con la seconda dose dopo 3 - 23 settimane.

Poi comincia l’informazione “rassicurante”. Quella per la quale si fatica a trovare le basi scientifiche più solide. Quella che quindi genera un po' di apprensione.
Tutto sembra cominciare con un preprint (“bozza”) del 1° febbraio 2021 su Lancet “Single dose administration, and the influence of the timing of the booster dose on immunogenicity and efficacy of ChAdOx1 nCoV-19 (AZD1222) vaccine”.
I media cominciano a parlare di "efficacia del 80% del vaccino AstraZeneca".  Intendiamoci il dato potrebbe anche essere coerente anche con i risultati già citati, ma riferiti a un gruppo di vaccinati e di controlli inferiore a 1.700 persone. MA serve altro...
Tra le tante “news” il 3 febbraio AdnKronos parla di “un’efficacia al 76% dopo la prima dose”
Parrebbe che ci sia un’efficacia dell’82% quando la seconda dose viene somministrata nel corso della dodicesima settimana.

Successivamente, la Circolare del Ministero della Salute 005079 del 09/02/2021, anche considerando che “già dopo 4 settimane dopo la prima dose si raggiunge un livello di protezione efficace che si mantiene fino alla 12° settimana”  ha raccomandato che la seconda dose dovrebbe essere somministrata idealmente nel corso della 12° settimana.

Inoltre ha raccomandato il vaccino Astra Zeneca “alle persone dai 18 fino al compimento dei 55 anni (54 anni e 364 giorni) in assenza di patologie che aumentino il rischio clinico associato all’infezione da SARS-CoV-2”

Questa scelta ha delle basi solide.

  • La letalità apparente della Covid19 è dello 0,99% per i maschi da 50 a 60 anni e del 4,15 % per i maschi da 60 a 69 anni; per le donne da da 50 a 60 anni è dello 0,32 % e da 60 a 69 anni sale a 1,64%. Se si considerano i dati relativi alla sola seconda ondata la letalità scende, ma resta la differenza con i soggetti under 55 anni.
  • Dai dati ISS continuano a risultare gli esiti dello studio AstraZeneca con 8 casi tra i vaccinati da 55 a 64 anni e 9 casi tra i controlli da 55 a 64 anni. Inoltre 2 casi tra i vaccinati di età > 65 anni e 6 casi tra i controlli> 65 anni
  • L’analisi riguarda 17.117 persone (8.948 in GB, 6.753 in Brasile, 1.476 in Sud Africa) analizzando anche dati precedentemente esclusi. L’efficacia risulta del 66,7% dopo 14 giorni, ma sale al 82,4 % se si escludono i soggetti che hanno ricevuto una bassa dose in uno degli studi. E’ riferito che non risultano ospedalizzazioni tra i vaccinati dopi 21 giorni dalla vaccinazione, mentre ci sono 15 casi tra i controlli.

Ma poi, la Circolare del Ministero della Salute 0006830 del 22/02/2021 ha rappresentato “la possibilità di utilizzo del vaccino COVID-19 VACCINE ASTRAZENECA nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni (coorte 1956), ad eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili.“
Si tratta di un importante cambiamento di rotta che interessa circa 8.265.000 persone (3.997mila maschi e 4.268mila donne), anche se al contrario di come viene comunicata si tratta di una “possibilità”ma questo può essere un ulteriore elemento di preoccupazione

Ricordiamoci anche che in origine il vaccino AstraZeneca era il vaccino di “Oxford” che intendeva metterlo a disposizione senza diritti di proprietà intellettuale. Il governo britannico, che aveva finanziato la ricerca, si oppose dicendo che i diritti dovevano andare ad un industria farmaceutica britannica. La scelta era ridotta e così il vaccino divenne di AstraZeneca.
Personalmente credo che sul vaccino di AstraZeneca siano stati fatti numerosi errori. Errori negli studi clinici (che ne hanno ridotto la validità), precipitazione nel voler uscire. E poi (conseguentemente) si ha la spiacevole sensazione di troppi ritagli per estrarre una buona efficacia da una sperimentazione già in origine piccola.
E trovo vergognoso che gli Enti scientifici italiani non producano un’informazione adeguata ed aggiornata. E’ un fatto grave che genera sfiducia. Chi ci vuole marciare su, può sostenere che l’informazione è di scarsa qualità perché le scelte di allargare l’uso del vaccino AstraZeneca non sono sufficientemente supportate dai dati scientifici.
Noi più semplicemente chiediamo che Istituto Superiore di Sanità, AIFA ecc pubblichino informazioni aggiornate, complete e possibilmente comprensibili per tutte le persone di buona volontà
Potremo tutti valutare le scelte fatte e cancellare il dubbio che queste derivino dalla voglia di seminare ottimismo e dimostrare attivismo.
Carlo PROIETTI

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