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Un anno di epidemia tra misure di contenimento e vaccinazioni

Un anno di epidemia tra misure di contenimento e vaccinazioni  

Oggi 8 marzo 2021, ad un anno esatto dal inizio del lock-down, i decessi certificati per  "Covid19" superano la soglia dei 100mila. E' una dimensione che probabilmente nessuno aveva  immaginato. Una tragedia fatta di persone, non di numeri.
Visto che le tragedie non arrivano mai da sole, non mancano i cretini che si impegnano a rendere più faticosa la vita di tutti; quelli che "io non metto la mascherina perché l'anidride carbonica fa più male del virus", o quelli che "mio nonno avrebbe dimostrato più coraggio", ecc. . O gli sciacalli che si impegnano ad assalire i bersagli simbolici delle loro paranoie; assalti che, per prudenza, fanno in branco, sempre solo in branco, perché alla vigliaccheria non sanno  rinunciare,
State sereni, perché tutti questi non ce li toglieremo mai d'intorno.

Poi ci sono gli amanti della razionalità, disposti a sposare ogni slogan che paia "scientifico" ; quelli che  "Si, sì, ma ci sono i "morti per" ed i "morti con", ma anche i più distratti stanno smettendo a fronte dell'evidenza.
L'ISTAT ha determinato che nei 10 mesi di epidemia del 2020 - da marzo a dicembre 2020 - si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, con un aumento della mortalità generale del 21%.
Se invece guardiamo a tutto il 2020, in Italia abbiamo avuto 746.146 decessi, con 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (con un eccesso del 15,6%)
Visto in un'altra prospettiva, l'eccesso di 108.178 si inserisce su una sia pur lieve riduzione della mortalità  e quindi la cifra, può sottostimare l'impatto dell'epidemia sulla mortalità.

Ma queste 108.178 persone sono tutte morte per Covid19?
No. Parte dei decessi, è stata causata da malattie acute, curate troppo tardi per  ritardato accesso agli ospedali o per sovraccarico delle strutture sanitarie.
In larga misura sono malattie cardiovascolari (ma non dimentichiamo che la Covid19. sopratutto nella prima ondata, ha ucciso molto per danni all'apparato cardiocircolatorio). 

Gli effetti per altre malattie, in particolare malattie oncologiche (per le cure ritardate e per mancati screening, purtroppo devono ancora arrivare.
Così come arriveranno i danni alla salute (e l'aumento di mortalità) correlati all'aumento della povertà.
Per altro verso sono diminuiti i decessi da incidenti lavorativi e stradali.
Inizieremo ad avere rapporti e pubblicazioni scientifiche che analizzeranno in dettaglio le cause di morte, gli anni di vita persi, ecc. Ma la cifra di 108.178 morti risulterà costituita - salvo che per singoli punti percentuali - da decessi per Covid19.

Poi c'è una voglia diffusa di prendersela con i comportamenti degli altri. O con il governo "Contagia, governo ladro!". E' normale che sia così, ma per quanto ciascuno di noi possa indicare errori, taluni gravi (e anche noi lo faremo nelle prossime settimane) non è vero che siamo stati peggio degli altri Paesi.

Ma proviamo ancora una volta a vedere cosa dicono i dati ufficiali sull'epidemia di Covid19 dal 1° marzo al 1° marzo...

La tabella riporta il "numero totale di casi di infezione da SARS-Cov-2" registrato in ogni Regione. Ieri, a distanza di 7 giorni, il totale è arrivato a 3.067.486
 

Ma se se vogliamo visualizzare come sono andate le cose, è meglio fare riferimento al grafico. I dati sono espressi come tasso di incidenza per 100.000 abitanti ed aggregati in 6 macro-aree.
Emergono con chiarezza alcune cose: dopo la prima ondata che ha interessato prevalentemente il Nord Italia, abbiamo avuto una tregua estiva di 3  / 4 mesi. E' credibile che la tregua estiva sia derivata dal maggiore distanziamento (e vita all'aria aperta) che spontaneamente si realizza d'estate, ma in parte ce la siamo guadagnata abbattendo il numero di infezioni con il lock-down e con la capacità di praticare comportamenti sicuri.



Poi è scoppiata nuovamente l'epidemia, con un numero di casi molto superiore a quello della prima ondata. In larga misura la differenza dipende dalla maggiore capillarità nel fare tamponi, ma, come vedremo, corrisponde anche ad una maggiore intensità dell'epidemia
Per le "varianti", ma anche per la minore capacità / possibilità di praticare comportamenti sicuri.
Per certo vediamo come l'epidemia abbia raggiunto il suo picco a Novembre, salvo che nel Nord-Est dove il picco è avvenuto a Dicembre. E vediamo quindi come l'epidemia abbia avuto un andamento coerente con l'adozione delle misure di prevenzione che modulano la situazione derivante da densità di popolazione e fattori climatici.

Il secondo aspetto sono i morti da Covid19; la tabella in questo caso riporta il numero di decessi per Regione e per mese e l'ultima colonna riporta il dato cumulativo.
I numeri di novembre, dicembre e gennaio descrivono la maggiore gravità dell'epidemia a fine autunno / inizio inverno rispetto alla scorsa primavera. Salvo che in Lombardia, ovunque il numero di decessi da Covid19 è stato superiore che in primavera. Questo anche se adesso la letalità è molto inferiore a quella dei primi mesi, perché l'assistenza sanitaria e le terapie sono migliorate con la conoscenza della malattia. 


Anche in questo caso il grafico con i tassi di mortalità per mese aiuta a comprendere l'andamento dell'epidemia.


Adesso però l'epidemia sta nuovamente crescendo; un po' per le varianti, un po' per i comportamenti non virtuosi amplificati dai messaggi contraddittori durante e dopo la crisi di governo.

E se nelle prossime settimane dovremo (pre)occuparci delle scelte per il Next generation EU (quale "modello di sviluppo"? quale sanità pubblica?), ma adesso occorre che il governo pratichi e pretenda un'informazione semplice, trasparente, destinata da un popolo di "non bambini". 
Su cosa? 
Sugli orizzonti temporali delle misure di contenimento e su come potranno essere portate avanti le vaccinazioni anti-covid19; con quali tempi, con quali vaccini, per quali categorie. Perché - magari più d'uno se ne è accorto - la scienza dice alcune cose, il piano vaccinale dice cose molto simili e tutti i giorni la politica comunica nuovi obiettivi e nuove prospettive, ben diversi. 
Carlo Proietti

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