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Effetti indesiderati di AstraZeneca: un'opportunità per il piano vaccinale italiano

Il pomeriggio del 30 marzo diversi Lander tedeschi hanno nuovamente sospeso il vaccino di AstraZeneca: in questo caso la sospensione ha riguardato donne e uomini di età inferiore ai 60 anni.
Questa scelta segue la segnalazione del Paul Ehrlich Institut di 31 casi di trombosi della vena cerebrale posteriore; in 19 casi è stata segnalata concomitante trombocitopenia. Tutti questi casi si sono verificati da 4 a 16 giorni dopo la vaccinazione con AstraZeneca.
Salvo che in due casi, sono state colpite donne di età compresa tra 20 e 63 anni. I due uomini sono un 36enne e un 57enne.
Per provare a capire meglio occorrono alcune altre informazioni.
Al 30 marzo (96° giorno della campagna vaccinale) risultano somministrate 13.481.171 vaccinazioni, con 4.059.469 persone (4,9% della popolazione) con ciclo vaccinale completo,
9.421.702 persone hanno ricevuto almeno la prima dose


Risulterebbe che la Germania abbia ricevuto 15.872.775 dosi di vaccino di cui: 
10.928.775 dosi del vaccino di  BioNTech / Pfizer,  (68,9% del totale)
  3.832.800 dosi del vaccino di  AstraZeneca   (24,5% del totale) 
  1.111.200 dosi del vaccino  di  Moderna.   (7,0 % del totale)  

Oltre che sorridere sul fatto che per i tedeschi il vaccino è "BioNTech",  possiamo vedere i tedeschi abbiano utilizzato circa l' 85% delle dosi arrivate. Su questa base - ipotizzando che il consumo dei vaccini si progredito omogeneamente - possiamo estrapolare che i vaccinati con AstraZeneca siano 3,2  -  3,3 milioni.
Anche in Germania hanno dato la priorità di vaccinazione agli anziani (anzi lo hanno fatto ben più rigorosamente che in Italia)  e per gli anziani hanno utilizzato vaccini a mRNA.
Pur non essendo riuscito a reperire la distribuzione  per classi di età dei vaccinati, credo che si possa ipotizzare che quasi tutti i vaccini AstraZeneca siano stati utilizzati in popolazione di età inferiore ai 70 anni 
E' anche ragionevole ipotizzare che il numero di vaccinati per genere sia sostanzialmente simile, per cui  possiamo dire che le donne vaccinate con AstraZeneca siano circa la metà, cioè 1,6 - 1,7 milioni. Diciamo 1.500.000 in età inferiore ai 60 anni. (in un blog possiamo prenderci qualche libertà ....)
Confido nell'aiuto di qualche amico epidemiologo che legge, ma  così, su due piedi, abbiamo 1 caso / 50.000 donne vaccinate di età fino ai 60 anni. (magari 1/55.000, ma cambia poco....)

Crediamo che sia evidente a tutti che occorra una riflessione.
  • Pare che questi effetti siano più frequenti in Germania che non in altri Paesi, anche se pare che in Scandinavia i numeri siano importanti. Occorre conoscere i dati di tutti i Paesi europei e occorre capire se siano confrontabili (se siano rilevati nella stesso modo....)
  • Considerata la composizione della popolazione tedesca, sarebbe importante sapere se i casi siano distribuiti omogeneamente tra i numerosi gruppi etnici che vivono in Germania.
  • Per ora, in assenza di queste informazioni è ragionevole ritenere che quanto osservato in Germania sia estrapolabile ad altre popolazioni. Compresa la popolazione italiana.
Sul piano pratico dobbiamo tenere conto che la popolazione femminile dai 20 ai 49 anni ha una consistenza di circa 11.150.000 persone, ed in essa abbiamo  abbiamo avuto 361 decessi per Covid19. In assenza di vaccinazioni si può prudentemente stimare che questo dato possa quadruplicare (immaginiamo che l'epidemia raggiunga il 70% della popolazione e che i casi ad oggi individuati siano 1/3 di quelli reali...).

Chi guarda distrattamente potrebbe concludere che resta pur sempre un rapporto rischi / benefici favorevole. In termini ragionieristici è corretto, ma non è questo l'approccio che consente di condurre una campagna vaccinale.

Ma soprattutto abbiamo delle alternative
In un altro post abbiamo evidenziato che in Italia solo l' 1,1% dei morti da Covid19 aveva un'età inferiore a 50 anni.

Esistono quindi le condizioni per conciliare sacrosante esigenze di prudenza con l'esigenza di uscire dalla situazione attuale. Potremmo decidere di destinare i vaccini a mRNA alle donne di età inferiore a 50 - 60 anni. Ma probabilmente abbiamo un'alternativa migliore.

Dobbiamo vaccinare prima gli anziani e gli over55 per abbattere radicalmente  la mortalità ed i ricoveri ospedalieri. Questo ci consentirà di riaprire scuole ed attività economiche oggi chiuse.
E per farlo rapidamente occorre concentrare tutte le risorse sulla vaccinazione della popolazione anziana e over55 .

E questo si fa smettendo (per ora!) di vaccinare persone sotto i 50 anni, scelta che per altro verso non ragionevole, perché in questa fase "paga" e le conseguenze ricadono sulle spalle di tutta la collettività.
E questa scelte ci consente di prendere tempo rimandando la vaccinazione delle donne giovani (o forse più in generale di persone) che probabilmente hanno un rischio da vaccino (non sta ad un blog di una Lista civica asserirlo, ma i dati sono molto "forti"). L'etica -  o il principio di precauzione, spesso tirato in ballo a sproposito, ce lo impongono. 
Potemmo così scegliere il vaccino più adeguato (che potrebbe anche non essere necessariamente un vaccino a mRNA , ma eventualmente Johnson & Johnson's) senza danneggiare la campagna vaccinale, anzi rafforzandola.
 
Insomma, anche in questo caso i possibili limiti derivanti dalle caratteristiche di un vaccino possono essere conciliati con le esigenze di tutti. Basta volerlo.
Ovviamente, ogni riflessione è gradita!"
Carlo Proietti

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