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Gli affari immobiliari dell'amministrazione comunale: scuole vendute, palazzi al posti degli impianti sportivi, ai giovani parole gentili

Questa è la storia di un affare immobiliare sconcertante, condotto da un'amministrazione comunale che tratta la città come se fosse cosa sua. E lo fa pure male. Si tratta di quell'edificio con parco e parcheggio situato in corso Fratelli Cervi, precisamente al numero 73/51 e che i Grugliaschesi hanno conosciuto negli anni 80 come Circolo/Casa del Popolo del Partito Socialista, poi come Pizzeria La Pentolaccia, poi a fine anni '90 come circolo equivoco. In quel momento intervenne il Comune che partecipò all'asta per la cessione dell'immobile e lo acquisì al patrimonio pubblico per farne un centro per i giovani della città. L'amministrazione Mazzù, arrivata subito dopo l'acquisizione, provò senza grande successo a realizzare questo progetto consegnandolo alla Società comunale Le Serre (detta la Mangiatoia) perché lo gestisse, in proprio o con una bando. Così quell'immobile diventò Epicentro, poi nel 2012 La Piola e così fino al 2015, quando l'amministrazione Montà, anch'essa incapace di costruire qualcosa per i giovani della città, decise di chiuderlo e di venderlo. L'attività di ristorazione, peraltro assai gradita, venne chiusa e l'edificio piombò nel degrado più totale nel quale versa tuttora.

Poi più nulla per quattro anni fino a quando, nel luglio 2019, la Giunta comunale delibera di procedere con la vendita dell'area e dell'immobile (leggi qui), mantenendo la destinazione d'uso che aveva - turistico-ricettiva, produttiva di tipo A, commerciale e direzionale -, escludendo perciò che se ne potessero fare case e palazzi. Valore stimato dal perito incaricato dal Comune:  € 735.000,00. Qualche giorno prima, era il 15 luglio, la Commissione consigliare aveva raccomandato di non toccare la destinazione d'uso prevista dal Piano Regolatore della Città e l'amministrazione comunale aveva addirittura assunto l'impegno - una volta che l'area fosse stata aggiudicata - di intervenire con variante al PRGC per eliminare qualunque possibilità presente e futura di trasformazione in residenziale dell'area. Basta case su case, catrame e cemento: tutti verdi a Grugliasco!

Due giorni dopo la decisione della Giunta, interviene la procedura per l'alienazione dell'area con asta pubblica (leggi qui). Questo è il fac-simile dell'avviso che viene poi diffuso (leggi qui). Primo campanello d'allarme: l'asta è stata bandita nel mese di agosto (scadenza 10 settembre), vale a dire quando i comuni che hanno a cuore la legalità evitano di farlo oppure bandiscono lo stesso allungando i tempi. Sta di fatto che la gara va deserta. Nel bando si ribadisce la destinazione d'uso non residenziale e il prezzo a base d'asta, così come determinato dal perito incaricato dal Comune.

Il 10 giugno 2020, finita la prima ondata di pandemia, arriva al Comune un'offerta di acquisto dell'area, ma solo per farci case. Invece di rispedire la proposta al mittente, rispettando i contenuti delle delibere precedenti e gli impegni assunti con la Commissione consiliare, la Giunta municipale il 2 novembre 2020 decide di ribassare il valore dell'area a € 560.000 e di ammettere la destinazione residenziale. Il giochino è quello per cui, anche se l'area era vincolata in quanto "a servizi", essendo in un una zona residenziale, anch'essa lo diventava: stupisce che uffici comunali esperti avallino giochini del genere, ma questa è un'altra storia.

Dunque, nuovo bando per l'asta pubblica, ecco qui la determina dirigenziale e il bando finale, scadenza per la presentazione delle offerte: 3 dicembre 2020, ore 12. Il giorno dopo si aprono le buste con le offerte e... sorpresa! Uno solo partecipa, la I.C.Z. e si aggiudica l'area per € 567.000 (leggi). Seguirà provvedimento comunale di aggiudicazione definitiva (leggi) e sua rettifica successiva (leggi). Prima della fine dell'anno il Comune provvederà anche alla stipula del preliminare di compravendita: il 30 dicembre 2020 è tutto fatto. Solo che il Contratto preliminare prevede che:

  • l'atto definitivo venga stipulato entro il 15 febbraio 2021 (art. 5), non ci risulta che sia ancora stato fatto neanche oggi)
  • l'area sia del tutto svincolata, l'immobile possa essere demolito per esercitare l'attività di costruzione di un palazzo. Nonostante il contenuto dell'art. 8 del preliminare - nel quale si fa finta che l'area sia omogenea alle altre dello stesso comparto - l'area non è stata ancora svincolata. Per cambiare la destinazione d'uso occorre una variante al PRGC, almeno così sembrerebbe. Vedremo presto.

Qualche singolarità, oltre a quelle che balzano agli occhi dalla ricostruzione delle carte amministrative:

  • per quel che ci è noto, la società acquirente ICZ è la seconda volta che gode di una procedura che comporta un ribasso apprezzabile a seguito di prima gara andata deserta. Verificheremo gli atti e ne daremo prontamente conto. L'area a cui si fa riferimento è quella indicata nel lotto 1: Area Don Milani e Area Campi sportivi di c.so Torino. L'importo previsto dal perito comunale era di € 1.181.000. Vedremo a quale importo il Comune ha aggiudicato l'area alla fine della procedura, quanti hanno partecipato e con quali modalità di esecuzione;
  • il Comune di Grugliasco è abituato a gare nelle quali partecipa uno solo: è andata così anche per la gara dei lavori della Piazza 66 Martiri ed Europa Unita. Qui si sono susseguite varianti continue, tali da prefigurare un contesto completamente mutato rispetto ai progetti originari. Tutti zitti, imprese edilizie comprese;
  • siccome conosciamo le competenze della macchina comunale, perché nessuno pone il problema della trasparenza e della chiarezza? Per alienare beni mobili e immobili si seguono procedure che debbono contenere condizioni chiare e impegni già assolti dal Comune. Anche stavolta non è del tutto così, tutti tranquilli?

Ovviamente torneremo sulla faccenda. Una notizia per gli smemorati di Grugliasco: l'area è stata acquisita dal comune - partecipando a un'asta "normale" cioè con più concorrenti - al costo di 730.000.000 di lire (circa 340.000 euro) - per sottrarla ai traffici e e alle brutte storie che ne avevano attraversato la vita negli anni a cavallo fra i due millenni. Doveva diventare un centro per i giovani e abbiamo incalzato a più riprese le amministrazioni Mazzù e Montà perché facessero qualcosa di utile anche per la città. A titolo di esempio ecco come rispondeva nel 2012, l'assessore Binda.

Ore sembra quasi tutto finito, con buona pace dei socialisti locali che oramai 40 anni fa hanno speso soldi e speranze per costruire un circolo culturale per la città.

A presto.

Mariano Turigliatto

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