Affamare l'inceneritore
Qualcuno di voi in questi giorni avrà già sentito “ecologisti dell’ultima ora” promettere di “schierarsi a difesa del nostro territorio”.
Di cosa parlano ? Di Putin? No, dell’’inceneritore del Gerbido !
“Ma come” - direte voi - “l’inceneritore è in funzione dal 2013!”.
Certo! Ma voi non considerate che le elezioni Amministrative fanno miracoli. Così qualcuno senz’arte né parte inizia a sbandierare rischi meritevoli di un voto di preferenza alle prossime elezioni amministrative. E poi, abbiamo già avuto un Sindaco - nel 2003 - che giurava di sdraiarsi davanti alle ruspe per bloccare la costruzione dell’inceneritore.
Sull’inceneritore del Gerbido, o meglio sull’incenerimento dei rifiuti, ho scritto molto in passato. Qualcuno concorda e applaude, altri no, ma nessuno ha mai smentito le cose scritte e la “linea politica” di Grugliasco Democratica è sempre stata coerente.
Per chi vuole ripassare cito solo 2 post; il primo del 1° giugno 2013 “La triste storia di un inceneritore e dei suoi sponsor politici”
Il secondo del 10 luglio 2013 "Ostinatamente avanti con la sorveglianza sanitaria"
Il secondo del 10 luglio 2013 "Ostinatamente avanti con la sorveglianza sanitaria"
Sono due post che spiegano quanto lo “Studio di sorveglianza sanitaria della popolazione”, per quanto ben costruito sotto il profilo scientifico, fosse una foglia di fico per la politica locale, foglia di fico costata 2 milioni di euro ai contribuenti. 2 milioni pagati con la TARI. Chi vuole si rilegge i post e se ritiene si può ridiscuterne oggi.
La vicenda dimostra quanto poco la politica locale sappia maneggiare i “rischi per la salute”. E quanto, di conseguenza, voglia nascondersi E così formula false domande per darsi false risposte. Badate bene, non è la scienza che bara. Sono gli sciamani che fanno da intermediari tra scienza e politica a modificare il significato dello studio. Lo studio è ottimo. Solo che non risponde alla vera domanda inerente la dispersione di diossina, PCB nel ambiente, questione che non è una questione locale, bensì una questione ambientale relativa ad un’area vasta.
Abbiamo già visto ieri la corretta gerarchia dei provvedimenti per gestire i rifiuti. Riduzione, riutilizzo, riciclaggio e raccolta differenziata. E qualche altra cosa, ma non complichiamoci la vita….Se non vengono applicati tutti gli step della gestione dei rifiuti, i risultati non arrivano. O quantomeno, non arrivano i risultati a favore dei cittadini.
Un impianto di incenerimento, se non rientra in una corretta strategia, paradossalmente richiama rifiuti. Addirittura stimola la produzione di rifiuti.
Se poi l’impianto non è pubblico, non persegue l’obiettivo della corretta gestione dei rifiuti. L’inceneritore del Gerbido è stato privatizzato. E il privato persegue l’obiettivo dell’investimento: fare profitto. Badate bene, non c’è nulla di illegale. Ma c’è - nella migliore delle ipotesi - miopia della politica.
Il risultato pratico è che chi acquista un inceneritore ha bisogno che vengano prodotti rifiuti. E questo ostacola le politiche di riduzione e riutilizzo.
Se avete dei dubbi, chiedetevi come mai queste cose sono condizioni acquisite nei Paesi d’oltr’Alpe. Quei Paesi dei quali si decantano gli inceneritori nel centro cittadino….
Una volta che l’inceneritore del Gerbido è stato privatizzato, la frittata è stata fatta. Potete decidere di accordare la fiducia a chi dal 2003 ha perseguito questa strada o a chi si è convertito negli ultimi anni. Oppure potete decidere di cambiare rotta. Il rischio che l’inceneritore venga ampliato è pressoché inesistente. Ma esiste il rischio che amministratori locali, in cerca di un po’ di quattrini per realizzare progetti che permettano la sopravvivenza di partiti o movimenti, aprano le porte a scelte negative. Salvo strepitare per il pubblico e poi garantire la bontà delle compensazioni che hanno ottenuto.
Una storia già vista. Per evitarlo occorre un’amministrazione che sappia gestire la politica ambientale e non abbia capi fuori da Grugliasco.
L’amministrazione di Grugliasco Democratica non aprirà le porte a progetti di ampliamento dell’inceneritore del Gerbido e perseguirà le politiche per la riduzione dei rifiuti.
L’inceneritore non è un ospite che abbiamo desiderato sul nostro territorio. Ma esiste e nessuno lo chiuderà. Per farlo chiudere il prima possibile occorre “affamarlo”, occorre ridurre i rifiuti.
Insomma, la malaugurata costruzione di un inceneritore in assenza di una concreta politica per i rifiuti è un affare solo per chi gestisce l'impianto. Piaccia o non piaccia, occorre gestirlo il più possibile come un "bene comune". Come un impianto a favore dei cittadini.
Non è solo un esigenza dei grugliaschesi. E’ necessario per un’economia circolare. E’ necessario per la crisi climatica.
Cambiare si può
Carlo PROIETTI
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