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20 anni di “buona” amministrazione. O no? 20 questioni per cominciare a riflettere

Qualcuno dice “Beh, dai. In fin dei conti Grugliasco non è amministrata male!”. Poi gli fai notare che la scuola Gramsci non c'è più; che la fermata ferroviaria continua ad essere non solo un problema irrisolto, ma anche una questione senza risposta ai residenti; o che la scuola Baracca è chiusa da 3 (tre) anni per lavori di ristrutturazione. E allora il “qualcuno” sovente dice "in effetti ..." ma talvolta fa finta di niente e cambia argomento.
Sappiamo tutti che “chi fa, sbaglia”. E Grugliasco Democratica, non ha messo mai in croce nessuno per singoli errori. Magari lo ha fatto nei confronti di chi si è scordato di pagare la TARI per 5 anni, ma non per singoli errori. Si dice però anche che se “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Noi non crediamo che a Grugliasco ci sia qualcosa di diabolico. Crediamo che da 20 anni la prospettiva con cui si amministra la città sia sbagliata.
La vita delle persone non è più al centro dell'attenzione di questo “centrosinistra”. E così l'ambiente e le persone sono state ridotte ad un pretesto per prendere iniziative. Che sovente portano a risultati ben diversi da quelli dichiarati e sovente restano incompiute per anni.
Oggi iniziamo con una serie di 20 questioni. Si può andare oltre. Ma penso che siano sufficienti per comprendere il senso delle affermazioni di cui sopra.

1) Scuola Gramsci
L’edificio della scuola media Gramsci, in via Leonardo da Vinci, era considerato un edificio scolastico di pregio architettonico. Per questo, dopo avere realizzato una nuova palestra, l’amministrazione ha deciso di ristrutturarlo. In prospettiva la vicina scuola Ungaretti sarebbe stata trasferita nel edificio rimesso a posto e sul terreno della Ungaretti sarebbe stato costruito un condominio. Ma .… (vedere anche punti 5, 7, 10 e 15)
Solo dopo avere avviato il percorso, si è scoperto che la Gramsci non era ristrutturabile alla luce delle attuali normative. Ci si poteva fermare, ma l’amministrazione ha voluto andare avanti lo stesso. Risultato? Da anni gli studenti sono stipati in altra scuola e la Gramsci - chiusa da anni - è stata demolita. Ed hanno demolito pure la palestra, già oggetto di una precedente manutenzione.

2) Piazza Matteotti
La costruzione dell’edificio residenziale in piazza Matteotti è stata presentata come l’occasione di riqualificare la piazza e “restituirla ai cittadini” (vedere anche punti 8 e 9). Il risultato è sotto gli occhi di tutti: maggiore densità abitativa e meno spazi pubblici.

3) Cascina Armano
La Cascina Armano è una delle tante testimonianze storiche del nostro territorio. Per 20 anni è mancata ogni iniziativa volta al recupero. Oggi su quell’area e sull’area dei parcheggi della Pininfarina c’è il progetto di un cinema multisala, di un centro commerciale dell’arredamento e un po’ di attrazioni più o meno pertinenti (vedere anche punto 20). Per chi ha seguito tutta la vicenda, è insopportabile che venga detto “abbiamo riportato il cinema a Grugliasco”. “Il cinema a Grugliasco, è un’altra cosa”. Come è insopportabile la mancanza di una seria riflessione relativa all’impatto sulla viabilità ed all'impatto della ulteriore impermeabilizzazione del suolo.

4) Ciclopiste
Per un certo verso a Grugliasco le ciclopiste non mancano.  Alcune - pur censite - non esistono (via Leon Tron – viale Echirolles), altre non sono utilizzabili (primo tratto di corso Torino). In troppe situazioni sono state fatti percorsi ciclopedonali; e manca la manutenzione. Ma manca soprattuttto un disegno razionale per la mobilità ciclistica e mancano iniziative di supporto.

5) Scuola materna Don Milani
E’ chiusa da 5 anni, bambini spostati dentro l'elementare Ungaretti. Il motivo? La bonifica dal cemento amianto, che non è stata fatta. Se l’obiettivo è quello di risparmiare, lo si deve dire chiaramente. Così almeno le sistemazioni provvisorie possono essere modificate in modo pienamente adeguato alle esigenze dei bambini…(vedere anche punti 1, 7 e 15)

6) Fermata ferroviaria
Le condizioni di abbandono ed i conseguenti vandalismi sono sotto gli occhi di chi ci passa. Le cause? Il ritardo ventennale nel trasferimento delle facoltà scientifiche e, soprattutto, l’assenza di iniziativa nel promuovere l’utilizzo di locali che, se utilizzati, portano attività e persone, presidiando nella pratica anche la sicurezza. (vedere anche punto 14)

7) Scuola Baracca
E’ stata chiusa poco meno di 3 anni fa per ristrutturala, con l’obiettivo di unificare scuola elementare e scuola materna. La chiusura doveva durare un anno e i bambini sono trasportati con bus a borgata Lesna. Cosa è successo? Sono stati accertati problemi relativamente alla stabilità strutturale. Chi non ha competenze e conosce la scuola, non si è stupito. Era questa la scuola da demolire, anche per ricostruirla in modo tale da dare spazi adeguati ai bambini della materna. (vedere anche punti 1, 5, 15, 17 e 18) Si sarebbe potuto addirittura farlo senza chiudere la scuola Baracca e provvedendo successivamente alle demolizione. Ora la domanda è: “Dopo 3 anni, la scuola riuscirà ad avere nuova utenza, o le famiglie si affideranno alla vicina scuola di Torino?

8) Parcheggio sotterraneo di piazza Matteotti
Da tempo incompiuto perché i fondi che si pensava di destinare a questa opera sono stati destinati ad altro. Piazza Matteotti resta quindi un parcheggio congestionato ad uso del Municipio e la situazione non è destinata a migliorare per il trasferimento della polizia locale nel adiacente municipio vecchio (vedere anche punti 2 e 9)

9) Trasferimento Polizia Urbana
I vigili verranno trasferiti nel municipio vecchio. Va bene? Va male? Speriamo solo che l’obiettivo dell’amministrazione non sia stato solo quello di avere tutto il personale a portata di mano. In ogni caso questa operazione genera problemi di difficile soluzione (vedere anche punti 8 e 12)

10) Corso di Laurea in tecniche della prevenzione
Nell’edificio della Scuola Gramsci aveva sede anche il corso di laurea in Tecniche della Prevenzione. E’ stato “cacciato” personalmente dall’attuale sindaco (lo riferiscono testimoni al di sopra di ogni sospetto). Così si è perso un piccolo ma importante tassello dell’università per indisponibilità a discutere e cercare soluzioni. (vedere anche punti 1 e 14)  Forse perché si voleva così spingere per “liberare” anche gli edifici del Parco Lorenzoni (Servizio sovra zonale di epidemiologia, DoRS, ARPA) nella prospettiva di operazioni edilizie oggi tramontate.

11) Municipio nel parco
Qui siamo nella prima parte di questo ventennio amministrativo. L’idea era quello di permettere la costruzione di edifici residenziali nella piazza del municipio ed al posto del Cottolengo. E si voleva anche trasferire la Casa di riposo nella zona industriale. Alla fine il “progetto” è stato seppellito da una risata.

12) Sevizi sociali
Saranno trasferiti in via CLN, dove ora c’è la polizia locale. E’ una scelta dell’ultimo momento dell’attuale amministrazione. Molti, anche nella maggioranza, dicono che sarebbe bene che i servizi sociali fossero nelle zone di maggiore sofferenza sociale. Invece niente. Una concessione trentennale dei locali, pena la perdita della sede di Grugliasco. (vedere anche punti 9 e 16)

13) Piano regolatore e suo inverdimento
Come abbiamo imparato quasi 30 anni fa, quando l’assessore era Guido Laganà, un piano regolatore non è (non dovrebbe essere) uno strumento con cui si concede di costruire sulla base di richieste dei costruttori e dei proprietari dei terreni, ma è uno strumento con cui si prova ad indirizzare la conformazione delle città con l’obiettivo di migliorare / facilitare la vita dei residenti. L’ultimo Piano Regolatore non lascia intravedere la vita dei cittadini. 
E’ un piano Regolatore cerchiobottista che prova ad accontentare tutti. Ma i soggetti che parlano sono i portatori di interessi. I comuni cittadini, stanno zitti. Così è un Piano Regolatore orientato acriticamente a far costruire. Negli ultimi 9 mesi, l’assessore ed aspirante sindaco ha provato ad inverdire rinunciando all’edificabilità su un paio di terreni di proprietà del Comune. Tornare indietro veramente è difficile. Ma non ci si rifà una verginità in questo modo; la si è persa approvando il piano regolatore sbagliato.(vedere anche punti 17 e 19)

14) Università.
Le facoltà scientifiche sarebbero potute arrivare pochi anni dopo il 2002. Era un progetto ambizioso, ma ben avviato. Invece sono passati quasi 20 anni. Occorreva la volontà e impegno. E’ stata una promessa elettorale ripetuta, ma per fortuna adesso, salvo imprevisti, le facoltà scientifiche arriveranno. (vedere anche punti 1 e 6) Ma Università significa anche incubatori di imprese per concretizzare i brevetti. E tutti sanno che “Butterfly” è solo una piccola parte di quanto serve. E l’Università significa anche giovani, servizi, tempo libero, svago. Un approccio trasparente ed un supporto agli imprenditori può orientare il tutto verso un risultato bello, utile per gli universitari e per i grugliaschesi. 
Ma il clima riferito è di nuovo quello dell’approccio carbonaro, dove le informazioni buone arrivano solo a qualcuno. E’ incapacità? E’ il nervosismo di qualche imprenditore? Vedremo. Quello che è certo è che occorre cambiare. Altrimenti si riprodurranno tutte le criticità di San Salvario...

15) Scuola Europa Unita
Secondo molti, esteticamente è una bella scuola. E si può anche concordare. Peccato che per aver voluto metterci dentro troppe cose, gli spazi siano stretti. A norma, per carità, secondo i criteri di 50 anni fa. Ma stretti. E peccato che per poter intraprendere altre avventure edilizie, la scuola sia stata venduta all’INAIL, con un affitto a carico delle future amministrazioni. (vedere anche punti 1, 5 e 7)

16) Consorzio dei Servizi sociali
E’ stato unificato il consorzio dei Servizi sociali di Grugliasco e Collegno con quello di Rivoli, Rosta e Villarbasse. Era un’operazione gradita ad altro livello, ma che causava problemi localmente. La ha sbloccata l’attuale sindaco concedendo che il peso del voto dei singoli comuni fosse tale che Rivoli e Collegno hanno la maggioranza, ma Grugliasco con uno degli altri due grandi Comuni non ha la maggioranza. Una scelta sicuramente in contrasto con gli interessi dei grugliaschesi. Ma che, dicono molti, può far bene alla propria carriera politica. Chi vivrà, vedrà. Ma è indegno che poi si minacci la maggioranza, titubante nel approvare il trasferimento dei servizi sociali in via CLN (vedere anche punti 9 e 12) dicendo che “se non si fa così i servizi sociali saranno trasferiti a Villa Rosa a Collegno”. Occorre essere capaci di assumersi le proprie responsabilità.

17) Piazza del Gerbido
Con fondi del “progetto periferie” è stata rifatta la piazza del Gerbido. Era un parcheggio a servizio di piscina, scuola e parrocchia. E si è deciso di “restituirne una parte ai residenti”. Nulla da eccepire riguardo alle intenzioni. Peccato che il sindaco ha voluto ad ogni costo sistemare nella piazza i parcheggi, la “nuova piazza per i cittadini” ed i capolinea. (vedere anche punti 7, 13 e 18) Un primo risultato è che sono stati tagliati gli alberi lungo via Moncalieri. Il secondo risultato è che è stata realizzata la piazza di 900 metri quadri in pietra di Luserna, con 16 panchine perimetrali. Una strana idea di socialità. Ed un forno, adesso che inizia a battere il sole. Costato poco meno di un milione di euro.

18) Piazza del Gerbido: la partecipazione
A monte, su nostra insistenza, c’è stata un’ “iniziativa di partecipazione”. Sappiamo bene che “non si può accontentare tutti”. Ma sappiamo anche che se si decide di coinvolgere i residenti, non si può pretendere di imporre un progetto “fatto e finito”. (vedere anche punto 17) Occorre ascoltare, cogliere ciò che c’è di buono, e modificare le proposte iniziali, quando necessario. Il sindaco dopo 20 minuti, invece, ha perso la pazienza. Ed ha cominciato ad inveire “Ma lo sapete che non ero obbligato a venire qui. Potevo andare in giro a divertirmi. Mandavo le ruspe e voi vedevate i lavori senza dire niente”. Abbiamo solo da dire che la partecipazione è faticosa, ma non è un obbligo. Ma è la via per fare in modo utile le cose che riguardano direttamente la vita delle persone.

19) Campi sportivi
Lo slogan è stato che i campi sportivi sparsi per la città erano anacronistici e si doveva concentrarli tutti in corso Allamano, di fronte alla Comau. (variante Z12). Che i campi sportivi in prossimità delle abitazioni siano una risorsa per i più giovano e che contribuiscano a decongestionare le zone di vita era un tema che suscitava solo l’ilarità di qualcuno. (vedere anche punti 13 e 14) Alcuni campi sportivi si sono salvati, altri sono stati coperti da un eccesso di palazzi. Oggi l’amministrazione ha fatto marcia indietro e si affida agli impianti sportivi connessi all’Università. Ben venga, ma il danno è fatto.

20) La linea ferroviaria FM5 e la fermata ferroviaria de Le Gru
Trasformare la ferrovia dallo scalo ferroviario di Orbassano a Torino in una linea destinata alle persone è un antico progetto. La sinistra ecologista la propose per la prima volta nel 1980. I ritardi non possono essere attributi all’amministrazione di Grugliasco, anche se qualche pressione in più, forse avrebbe cambiato le cose. L’impressione è che si attenda la ristrutturazione de Le Gru e la multisala. Perché sono queste grandi attività economiche ad essere interessate alla fermata. Peccato che la fermata sarà costruita con soldi destinati a migliorare la vita dei grugliaschesi. (vedere anche punto 3)

Non credo sia necessario dilungarsi oltre.  Tagli dell'erba? Fly Experience? Il rottame dell'agrigelateria? I cavidotti ed i lavori stradali? Il Palasport? Altro? Il cavalcaferrovia di corso Torino? Il mancato rinforzo dei trasporti pubblici in occasione dei blocchi del traffico? Basta così. Non serve infierire. Serve cambiare.

Cambiare in meglio, non è difficile. Basta non confondere “idee” con “progetti”. Basta saper capire da subito che alcuni progetti portano più danni che benefici. Basta essere capaci di confrontarsi realmente con i cittadini ( e magari con l'opposizione) per gli interventi che riguardano direttamente la vita dei cittadini.

Carlo PROIETTI

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