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Covid 19 in Italia: ecco quello che ci dicono i dati sulla popolazione

Quasi tutti concordano nel dire che la qualità dell’informazione sull’epidemia di Covid19  pessima. Ma se è vero che esiste un problema sui dati che vengono resi disponibili sull’epidemia, come abbiamo visto una settimana fa con “Covid19: cosa ci dice il confronto Italia – Germania” , è comunque possibile possibile far parlare i dati e chiarirsi le idee. Oggi proviamo a vedere cosa  cosa è successo in Italia.  E per farlo ci occupiamo dei primi 6 mesi dell’epidemia. Tra qualche giorno ci occuperemo del trimestre successivo per il quale ci sono meno dati.

Se consideriamo il report del 31 agosto 2020 relativo alla diffusione dell’epidemia di SARS-Cov-2 nelle Regioni italiane vediamo che i casi accertati con tamponi erano 269.263 ed i morti attribuiti a Covid19 erano 35.532. Il tasso di incidenza della malattia era di 446,9 casi / 100.000 abitanti e il tasso di mortalità era del 59,0 /100.000 abitanti.  La letalità apparente risultava essere del 13,2%

Tutti sappiamo che questi tassi sono fortemente influenzati della capacità di intercettare (diagnosticare) i casi di infezione con un conseguente aumento dei tassi. Per altro verso possono sussistere dubbi sulla corretta attribuzione delle cause di morte. E su questo fattore, c’è chi ritiene che i casi siano sottostimati, mentre altri pensano che i casi siano sovrastimati. Come è noto ci sono anche forti diversità Tra Regioni, per le quali rimando alla tabella  che segue:

Tabella 1: Situazione dell’epidemia di SARS-CoV-2 nelle Regioni italiane al 31 agosto 2020

La mortalità costituisce il dato su cui è possibile fare più ragionamenti, per cui estraggo i dati inerenti alla mortalità dalla tabella precedente per renderli più leggibili. In ogni caso, non dimentichiamoci che i danni, le conseguenze, non si limitano ai decessi.

Tabella 1 Bis: Mortalità (e letalità apparente) attribuita all’epidemia di SARS-CoV-2 nelle Regioni al 31 agosto 2020
Se confrontiamo questi dati con la mortalità generale, possiamo vedere come questa mortalità si inserisce nella mortalità generale e “se e come” la mortalità generale sia stata influenzata  dalla mortalità per Covid19.
Per fare ciò dobbiamo confrontare la mortalità del 2020 con quella degli anni precedenti. L’ISTAT ad oggi fornisce la mortalità per mese e per Regione per i primi 8 mesi dell’anno.

La tabella 3 riporta la mortalità media per mese e per Regione del periodo 2015- 2019, mentre la successiva tabella 4 riporta i medesimi dati per il 2020

Tabella 3: mortalità generale media per mese e per Regione del periodo 2015- 2019

Tabella 4: mortalità generale media per mese e per Regione anno 2020

La tabella successiva riporta le differenze tra il numero di morti del 2020 ed il numero medio di morti degli anni precedenti

Tabella 5: Differenza di decessi complessivi per mese e Regione tra 2020 e media degli anni precedenti

E’ bene avere chiaro che servirebbero anche altri dati ed analisi “più raffinate”, ma non chiedete troppo ad un post su un Blog di una Lista civica. Limitiamoci ad osservare che in tutte le Regioni nel mese di Gennaio la mortalità era sensibilmente inferiore a quella registrata negli anni precedenti. E, salvo che in Lombardia e Trentino, la stessa cosa si è registrata  nel mese di Febbraio. Questo è coerente con l’inizio delle diffusione dell’epidemia e non suggerisce che a gennaio già si registrassero effetti apprezzabili della Covid19 sulla mortalità.

I dati successivi documentano il forte impatto a Marzo, Aprile e, in minore misura, a Maggio. A Giugno e Luglio si osserva una pausa, con segni che possono essere attribuiti al recupero di una “mortalità anticipata” di soggetti in condizioni di salute particolarmente critiche. Ma si tratta di un fenomeno marginale. E ad Agosto ci sono segni di ripresa della mortalità descritti dalle cronache della seconda metà dell’estate. Per sintesi evito di presentare analisi sui primi 8 mesi dell’anno, e mi limito a presentare i dati relativi al semestre 1° marzo – 31 Agosto 2020, che sostanzialmente corrispondono al primo semestre di epidemia.

 Tabella 6: variazioni della mortalità generale per le singole Regioni nel primo semestre di epidemia Covid19 (1° marzo 2020 -  31  agosto 2020)
La prima cosa da balza agli occhi è l’importante eccesso di morti nel semestre  1° marzo 2020 -  31  agosto 2020 con ben 47.000 morti in più rispetto agli anni precedenti.  E poi è evidente come tutte le Regioni del nord Italia (salvo il Friuli Venezia Giulia) più Emilia Romagna e Marche hanno un aumento della mortalità generale superiore al 10%.

Stiamo parlando di mortalità generale. Lasciando ad epidemiologi e statistici analisi più approfondite, dobbiamo ricordarci che questo aumento di mortalità comprende decessi da da svariate cause: sicuramente Covid19, ma sicuramente anche malattie cardiovascolari acute o altre malattie acute. Purtroppo i ritardi nelle cure per le neoplasie produrranno danni che non sono compresi nel primo semestre di epidemia Covid19.  Ma nel dato abbiamo credibilmente anche una minore mortalità da incidenti stradali e una minore mortalità da infortuni lavorativi (escludendo i casi di Covid19 che rientrano in altra parte della statistica).

Tabella 7: Confronto tra variazione di mortalità generale e la mortalità attribuita a Covid19 per le singole Regioni nel primo semestre di epidemia Covid19 (1° marzo 2020 -  31  agosto 2020)

Complessivamente abbiamo quasi 11.550 decessi in più rispetto ai decessi attribuiti a Covid19. In tutte le Regioni del nord Italia i decessi da Covid19 sono inferiori all’aumento delle mortalità generale, salvo che per il Friuli Venezia Giulia che abbiamo visto avere un comportamento difforme rispetto al resto del settentrione. Nel Centro e nel Sud gli aumenti di mortalità generale sono minori o assenti e salvo che per Puglia, Calabria e Sardegna i decessi attribuiti a Covid19 sono superiori all’incremento di mortalità generale. Una corretta interpretazione richiede ulteriori informazioni, ma pare il caso di ricordare che ad inizio anno si registrava una riduzione generalizzata della mortalità e dove l’epidemia è stata meno intensa, ciò può avere mascherato il dato.

Per rendere più leggibile il fenomeno , con la tabella 8 evidenzio le variazioni di mortalità generale per macro aree del territorio italiano

Tabella 8: variazione della mortalità generale (casi e tassi)  per macro aree (1° marzo 2020 -  31  agosto 2020)
Ma per meglio comprendere cosa è successo, facciamo un ulteriore passo avanti e consideriamo la Lombardia e le Province confinanti

Tabella 9: variazione della mortalità generale (casi e tassi)  per la Lombardia e le Province confinanti a confronto con il resto dell’Italia (1° marzo 2020 -  31  agosto 2020)

Osserviamo così che l’aumento del 15,1% della mortalità complessiva corrisponde ad un aumento della mortalità generale di quest’area pari al 42,8%, mentre per il restante territorio nazionale la variazione è solo del 4,8%

Ora, parliamo di mortalità generale e già sappiamo che l’epidemia ha colpito soprattutto la Lombardia ed il nord Italia, ma qui abbiamo una misura.

Lasciando agli epidemiologi professionisti le necessarie analisi di dettaglio, i dati sembrano evidenziare con forza alcuni aspetti:

  • Nei primi 6 mesi l’epidemia di Covid19 ha colpito con forza l’Italia causando un eccesso di mortalità ben superiore a quanto risulta dai “dati Covid19”. Con confronti un po’ più elaborati di quanto non possa fare io non si può escludere che l’aumento sia anche maggiore dei 47.000 morti derivanti da un confronto grezzo.
  • Nei primi 6 mesi l’epidemia ha colpito in modo violento la Lombardia e le province confinanti.
  • Parlare di “morti con e morti per” ha sicuramente un significato dal punto di vista scientifico ed è importante per il futuro.
  • Ma chi  usa “morti con e morti per”  per amore di riduzionismo lo può fare solo per ignoranza o malafede.
  • Come solo interessi inconfessabili ed ignoranza possono stare dietro le favole meschine su medici pagati o obbligati a certificare morti per Covid 19 e via dicendo.
  • Nel 2020 ci siamo purtroppo scontrati con un  fenomeno sanitario drammatico; per l’Italia il più drammatico degli ultimi 100 anni.
  • La diffusione dell’epidemia in Italia ci dice molte cose. Su carenze della sanità derivanti da scelte che non sono ideologiche. La privatizzazione e la penalizzazione del SSN non sono ideologia. Sono l’interesse di pochi che vince contro l’interesse di tutti.

Ma l’epidemia nasce per altri motivi, fondamentalmente per modelli economico sociali insostenibili.  Ma di ciò ci occuperemo in futuro.

Grugliasco 4 dicembre 2020

Carlo Proietti  




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