Pillole di storia Grugliaschese 2
Al quinto miglio romano
Centuriazione romana |
Questo perché fossero coltivati o usati come pascoli.
La
privatizzazione delle terre statali, rientrava nella legge agraria di
Tiberio
Gracco,
emanata nel 133 a.C.
Nel
sito internet del nostro comune, si parla proprio di questa ipotesi,
come origine della nostra comunità: l’assegnazione di un lotto
agrario, ad un veterano di guerra o colono, di nome Currelio.
Quindi il suo podere sarebbe diventato il “fundus Curreliascus”.
Ma
dove si trovava all’epoca il podere di Currelio? E come venivano
fatte le centurie? E da chi?
Innanzi
tutto, le misurazioni per lottizzare i terreni, venivano fatte
dall’agrimensore
(il
misuratore della terra), l’attuale geometra.
Ancora
nel ‘700, i registri catastali dei comuni erano firmati
dall’agrimensore e da un notaio. Solo nell’800, si passa al
termine analogo di matrice greca: geometra
(il
misuratore della terra). Questo da quando, (per moda dell’epoca) si
ha una riscoperta dell’antico, con un gusto neoclassico, anche
nella lingua. È vero che l’agrimensore aveva alle origini un
compito tecnico, soprattutto di misuratore dei terreni esclusivamente
agricoli e meno ad uso immobiliare.
La
centuriazione seguiva esattamente lo stesso metodo della fondazione
dei nuovi insediamenti urbani.
Groma Romana |
L’agrimensore,
con l’aiuto di uno strumento che era il groma
(una
sorta di squadra su tre assi cartesiani) fissava il punto centrale,
cioè l’ombelico: umbilicus
agri.
Puntando
uno dei bracci del groma verso est, all’incirca dove si alzava il
sole, fissava il primo asse est-ovest,
che era il decumano
massino.
Quindi perpendicolare a questo, fissava il secondo asse nord-sud,
il cardo
massimo.
A
volte non sempre l’orientamento era perfettamente coincidente con i
punti cardinali: poteva seguire invece l’andamento del terreno, per
facilitare il defluire delle acque piovane ad esempio o lo
scorrimento di canali naturali. Venivano poi tracciati i paralleli
delle due direttrici principali.
Nel
caso di insediamenti urbani, come le città o i castrum
(avamposti
militari fortificati), in seguito si tracciavano poi le insule,
cioè gli isolati.
Nel
caso delle centuriazioni agricole, si eseguivano le divisioni,
secondo delle misurazioni in actus
e
sottomultipli, le heredia:
unendo 100 superfici quadre di 2 actus (71,04 mt.), si avevano centum
heredia,
cioè una centuria.
Normalmente
i fondi assegnati ai colini erano di 20 actus quadrati. Un bel pezzo
di terra!
Non
sappiamo di quanti actus fosse il fundus di Currelio, ma doveva
essere comunque una proprietà notevole.
Dove
fosse?
Gallia Cisalpina |
Se
fossimo stati dei suoi contemporanei, e fossimo partiti da Julia
Augusta Taurimorum, sulla via delle Gallie, verso il castrum di
Segusium
(Susa),
da dove poi avremmo potuto attraversare i passi del Moncenisio e
Monginevro, per entrare nella Gallia
Transalpina,
saremmo dovuti uscite dalla porta Decumana
(o
porta Segusina), all’incirca a piazza Statuto dove finisce via
Garibaldi. Di lì sulla via Latina,
o così dicono alcuni ricercatori che pensano che l’asse più
probabile della strada originale romana, fosse l’attuale v. Latina
/ v. Sabaudia, ma se dovessimo seguire le indicazioni, delle
centuriazioni forse il prolungamento del decumano massimo, più
corretto è l’asse attuale di C.so Francia (dune permettendo!).
In fondo cambierebbe poco, visto che la distanza tra l’uno e le
altre è solo di poche decine di metri.
Pietra miliare romana |
Giunti
al quinto miglio
romano
(segnato da una delle pietre miliari - un miglio erano mille passi e
corrispondeva 1.480 mt. circa), verso sud avremmo certamente trovato
il “fundus curreliascum”, dov’è ancora ora, mentre a nord vi
era un altro insediamento: Colegium.
“Ad quintum”, vi era però un’area dedicata al culto delle
divinità locali, che nei secoli seguenti, verrà distrutta e
sostituita da un monastero cristiano e dalla sua chiesa: San
Massimo.
Ma
questa è un’altra storia…
Fonti: wikipedia - sito del comune di Susa - sito del comune di Grugliasco.
Manuela
Mariuzzo
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