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Il Beneficio della parrocchia del Gerbido

Come grugliaschese, nata ancora nella propria casa in Grugliasco, mi ha sempre incuriosito conoscere la storia (vera!) della mia città e a volte mi sono anche ritrovata ad usare la storia della città come materiale su cui lavorare per costruire le tesine d’esame, dei corsi universitari, come ad esempio quella fatta per l’esame del corso di Storia dello Spettacolo, all’ Accademia Albertina di Belle Arti, che trattava della nascita del cinema italiano. Il quale, com’è noto, ha visto la sua genesi a Grugliasco, utilizzando come studi di posa cinematografici, gli edifici della Villa delle Serre Comunali.
Nel caso di quello che sto per raccontarvi, invece, la molla che ha fatto scattare la curiosità, è stato vedere ogni volta che ne ho avuto l’occasione, la grande targa marmorea sulla parete sinistra, della navata della chiesa parrocchiale dello Spirito Santo del Gerbido, che ricorda il lascito testamentario della sua proprietà, fatto nel 1666, dalla signora Isabella Begino , all’ allora cappella della zona che serviva le cascine del circondario.
Mi sono sempre chiesta: chi era Isabella Begino? E la sua famiglia? E perché aveva donato la sua proprietà alla parrocchia? E dov’era questa proprietà all’epoca?
Mi ha sempre stupito, che tra i miei amici e conoscenti del quartiere, nessuno si fosse mai fatto queste domande. Eppure abitano lì, qualcuno da sempre, addirittura da generazioni!
Ho pensato fosse tempo di porsi qualche domanda e magari darsi alcune risposte.
La prima cosa da fare, era certamente leggere i registri catastali e i documenti vari dell’epoca, dell’archivio storico del nostro Comune e scoprire  che…
La famiglia Begino era una famiglia presente sul territorio comunale, già da più di cento anni rispetto ad Isabella: infatti nel 1565, si trova che in centro paese viveva un Begino (Gaspare), che era il comandante della Guardia Locale. Da non confondere con la Milizia Paesana! La Guardia Locale è più vicina all’attuale Polizia Municipale. Abitava alla Ressia, cioè tra via Cotta e via La Salle, e per questo servizio percepiva uno stipendio di 28 fiorini mensili.

Notizie antecedenti a queste, sulla famiglia in generale, è difficile trovarne nei documenti dell’archivio comunale. Soprattutto riguardo le proprietà immobiliari, è difficile trovarne antecedenti il 1581, perché le matrici catastali precedenti sono conservate nell’archivio storico del Comune di Torino (se non ricordo male).
Tornando ad Isabella, possiamo dire che era figlia di Paolo Begino, il quale aveva una cascina che confinava con la Cappella del Gerbido ed era anche vicina a delle proprietà dei Padri Domenicani di Torino (vedremo poi cosa c' entrano). Paolo aveva ereditato le proprietà da Gaspare – non si capisce bene se era suo padre o avessero un altro grado di parentela – del quale abbiamo accennato in una vecchia pillola di storia. Paolo aveva avuto due figlie: Bartolomea la maggiore, e Isabella la minore. Alla morte di Paolo, le sorelle ereditano la cascina e non si capisce bene se la proprietà fu divisa tra loro, perché nelle matrici catastali o nei libri delle mutazioni (cioè le “brutte copie” in cui si vedono meglio i passaggi di proprietà) a volte si legge solo di una sorella (o l’altra), a volte di entrambe. Si intuisce comunque che tra le due la prima a morire fu Bartolomea. E così gli anni passano, fino a quando Isabella fa redigere il suo testamento.
Teoricamente, una copia di questo dovrebbe essere conservato tra i documenti dell’archivio parrocchiale del Gerbido, ma dopo aver chiesto alcuni anni fa all’ allora parroco per sapere se questo documento c’era ancora, lui mi rispose che non lo sapeva. Quello che era “l’archivio storico”, in realtà era un armadio molto vecchio, che lui non osava aprire perché temeva che, aprendo le porte, si smontasse e crollasse sotto il suo stesso peso! Ma il mistero sul testamento di Isabella mi si dipanò qualche tempo dopo, quando acquistando un libro in due volumi sul Convento dei Padri Domenicani di Torino e leggendolo attentamente, mi capita di leggere… Il testamento di Isabella Begino! Già, perché i Domenicani hanno, conservato nel loro archivio, una copia di questo testamento: perché? Ora capirete.
Isabella fa scrivere questo: “L’anno 1666 la signora Isabella Begino del fu Paolo Begino di Grugliasco, per suo testamento 12 maggio istituì erede universale la chiesa del Gerbido dell’Entrà fini di Torino e di Grugliasco sotto il titolo dello Spirito Santo, con l’obbligo di una messa ogni settimana in perpetuo e di dire il “Passio” tutte le domeniche da una Santa Croce all’altra, e con proibizione di alienare i beni situati nelle fini di Grugliasco e con sostituzione del convento in caso di contravvenzione con la sopraddetta obbligazione della messa ebdomadaria e del “passio.” Il testamento è nel volume segnato X.a. foglio 70. In un altro passaggio del libro sopra citato che parla delle Messe perpetue si legge: “Non si trova che il convento abbia avuto alcuna cosa di questa eredità e in niune delle messe si fa menzione di questo legato”.
In pratica, Isabella lasciava tutta la sua proprietà alla parrocchia che era sua confinante, ma se il parroco di allora non avesse rispettato i termini o non avesse accettato la donazione, viste le condizioni, tutto sarebbe andato al Convento dei Padri Domenicani. Quindi anche questi avevano una copia del documento.
Naturalmente il parroco del tempo accettò il lascito e la cascina dei Begino, diventò il beneficio della cappella del Gerbido. Non si capisce bene dai documenti del catasto cittadino, come sia registrata la proprietà, visto che nella matrice catastale del 1702 vi è ancora un “Registro degli eredi di Bartholomea Bugina”. Riportiamo per intero la pagina, per avere un’idea della proprietà.
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“CATASTRO DELLA MOLTO MAGNIFICA COMUNITA’ DI GRUGLIASCO
DELL’ANNO 1702”
Pag. 38/r.
Registro delli eredi di Bartholomea Bugina
        Anno del signore 1690 (la data non è quella di morte, ma della registrazione sul registro catastale. Vi è anche una premessa legale con firma del Notaio Gamba. Molti dei registri, dopo la premessa sono firmati dai proprietari (o dichiaranti) e contro firmati dal notaio. Questo non ha firma. Non è presente un registro della sorella Isabella né della parrocchia del Gerbido. Non è presente un registro della parrocchia neppure nei volumi precedenti. Nel volume seguente del 1737, sono invece indicati come confinanti, gli eredi di Isabella Begino, che dovrebbe essere la parrocchia).
Pag. 39
        Primo, casiamento, aijra, orto e prato al Gerbo dell’entrà da giornate sette, tavole settanta, coerente a levante li eredi del sig.r Giovanni Battista Ferraris per fine di Torino, a mezzo giorno il sito della Gabella et il Gerbo comune tramediante la bealera, a ponente il sig.r Maurizio Antonio Bardo, a mezzanotte detto signor Bardo, et detti registranti per il campo tassato (a 3.3) in ultimo fine.
        Più in, (…) o sia alla via del Bordonale, alteno e campo giornate cinque, tavole ottanta tre, coerenti a levante il sig.r conte Giovanni Francesco Gastaldo e gli eredi del sig.r Giovanni Battista Ferraris per fine di Torino, a mezzo giorno detti eredi del sig.r Ferraris, anche per fine di Torino, e detti registranti, per sovrascritto prato, a ponente il sig.r Marco Antonio Bardo, a mezza notte gli eredi del sig.r Avvocato Giovanni Domenico Bonetto per fine di Torino, tassato (h.163; d’alteno à fs: 3: h. 420 e campo à fs: h:) il tutto in ultimo fine.
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Di questo Beneficio ne troviamo traccia in un volme del 1790, a firma dell’Architetto Giovanni Amedeo Grossi, che tratta delle cascine e vigne del territorio di Torino.
A pag. 23 scrive: “BENEFICIO cascina del beneficio della cappella del Gerbo situata vicino alla medesima cappella”.
Nel giugno 1840, viene pubblicato un volume che raccoglie sempre l’elenco delle ville e cascine di Torino e del circondario e alle pagg. 22/23, cita la cascina detta “il Gerbido”, comprensiva di “Casa e Chiesa parrocchiale del Gerbido”.
L’anno seguente viene dato alle stampe il “Dizionario geografico, storico, statistico e commerciale del Regno di Sardegna” e parlando di Grugliasco dice anche: “gli è unita una frazione detta il Gerbido, distante un miglio, a scirocco, dal villaggio. Questa frazione è provveduta di una cappella, ov’è eretto un beneficio”.

Quando tutto il quadro della storia fu chiaro, nacquero però una serie di domande tecniche: 
1. nel testamento si proibiva l’alienazione della cascina; 
2 la signora Begino, lasciava tutto in eredità per avere in cambio, dalla sua comunità una messa di suffragio in perpetuo, tutte le domeniche; 
3 voleva che venisse recitato il “Passio” ogni settimana.
La cascina non esiste più, la proprietà è stata dunque venduta. In tutte le occasioni che ho avuto di partecipare alla messa la domenica in quella parrocchia, non ho mai sentito fare una messa di suffragio per lei.
Non mi risulta che venga recitato il “passio” ogni settimana, per antica tradizione…
In pratica, di tre clausole del testamento, non ne è stata rispettata neppure una, fino ad ora. Non è che, se i Padri Domenicani ne venissero a conoscenza, potrebbero impugnare il testamento e richiedere, alla parrocchia, l’equivalente del valore della cascina, con tutti gli interessi, dal 1666 ad oggi? Sarebbe un bel problema!
Per rispondere a questa domanda, ci vorrebbe un esperto di diritto canonico. Ma sui Domenicani di Torino e le liti di vicinato che riguardano le loro proprietà in Grugliasco, ci sono tante altre storie…

Manuela Mariuzzo