Pillole di storia Grugliaschese 1
C'era una volta il futuro
Qualche
mese fa, mi capita di vedere su Rai3, una puntata della trasmissione
“Che tempo che fa”.
Tra gli ospiti, presenti quella sera, c’era
lo scrittore Camilleri, che presentava il suo ultimo libro.
Tra
le domande che Fabio Fazio rivolge a Camilleri, una mi colpisce in
modo particolare ed era: “…è vero che lei ha avuto l’occasione
di incontrare Albert Einstein?” Camilleri risponde: “si è vero,
ho avuto questa fortuna”.
Fazio
lo incalza: “e cosa vi siete detti? Cosa le ha chiesto?”
Camilleri
risponde più o meno così: “professore, se io guardassi
all’infinito, dell’infinito, cosa vedrei? Einstein riflette un
attimo e poi sicuro dice: il buco del suo culo!” Gli spettatori
ridono divertiti. Ma io penso in quel momento, che è la risposta più
ovvia. Perché la teoria della relatività generale, ci presenta uno
spazio ed un tempo non lineari, ma curvi e quindi è ovvio che se
guardassimo all’infinito, vedremmo le nostre schiene.
Nelle
ultime settimane, prima di andare a votare la nostra nuova
amministrazione comunale, mi è capitato di leggere alcuni programmi
elettorali, dei candidati a sindaco ed ho letto diverse volte, dei
riferimenti alla “futura” Area Metropolitana… Ed ogni volta che
leggevo di questa “novità” amministrativa, sorridevo perché è
un’idea talmente nuova, che penso sia come guardare dritto “nel
buco del culo dei Principi di Acaia!”
Già
perché dal Medio Evo, fino alla metà del XVII° secolo, l’Area
Metropolitana esisteva già! La municipalità era una sola (Torino) e
tutti comuni della prima cintura erano “Comune membro della Città
di Torino”!! Infatti i primi documenti in originale, conservati nel
nostro archivio storico, che riguardano la comunità, come ad esempio
i registri catastali, sui quali si possono leggere le imposte da
pagare, su case e terreni, risalgono solo al 1580! Mentre i documenti
precedenti, sono conservati all’archivio del Comune di Torino.
Piano,
piano poi le comunità sono diventate indipendenti. Prima fra tutte
Collegno, quando viene dato in feudo ai Provana e diventa contea.
A
dire il vero, anche Grugliasco ha “rischiato” di diventare contea
dei Goveano, quando il 27 febbraio 1619, il Duca di Savoia toglie
Grugliasco a Torino per infeudarla ad Emanuele Filiberto Goveano. Ma
ci ripensa praticamente subito ed il 14 aprile, dello stesso anno
(poche settimane dopo) ritorna a Torino, fino all’indipendenza
amministrativa!
Ai
Goveano non rimane che consolarsi facendo ogni tanto i sindaci, come
nel 1681 quando fu sindaco Antonio Goveano o quando fu sindaco un
altro Emanuele Goveano nel 1692, poi ancora nel ’97 e nel 1705…
Meglio che niente!
Ma
tornando all’Area Metropolitana… Come si fa quindi a non
sorridere, quando si sentono queste grandi pensate “innovative”
dei nostri politici ed amministratori locali? Dei geni pazzeschi! Una
cosa del genere, non si era mai vista prima nella storia!!
E
visto che parliamo dei Principi di Acaia, io suggerirei di dare
un’occhiata ancora più avanti all’infinito: nell’antica
Grecia… Pardon! Nell’antica Acaia, avevano messo a punto un
sistema politico eccezionale! Dove tutti potevano partecipare
all’amministrazione dello stato! Si chiamava DEMOCRAZIA! E se
provassimo ad usare anche noi questo sistema? Magari funziona… Poi
lo spacciamo come un’idea nostra e ci facciamo un figurone! Da
paura!!
Manuela
Mariuzzo
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