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Riapertura delle scuole: ecco cosa bisogna sapere e cosa è importante fare

Ogni giorno cresce il lamento per la “mancanza di chiare indicazioni” circa la riapertura delle scuole,  alternato alle polemiche per l’impraticabilità delle misure proposte. In epoca non sospetta abbiamo scritto che non ha senso definire tante regole, perché rischiano di essere troppe. E’ invece necessario che sia indicato un pool di misure di prevenzione, da gestire ed applicare a livello locale in base al contesto. I rischi non sono uguali in tutte le scuole, per la diversità degli spazi e per la diversità delle persone che frequentano gli ambienti.

Non vogliamo aggiungerci al coro di chi urla critiche o vende “soluzioni”, perché così si aumenta solo la confusione, tuttavia ci sembrano importanti 2 cose: capire chi siano i soggetti a rischio e individuare le misure di prevenzione prioritarie

Soggetti a rischio.  Non possiamo affrontare in questa sede la situazione delle persone ad alto rischio per malattie in atto o pregresse. Dal punto di vista generale dobbiamo dire che l’elevata attenzione per le misure di prevenzione nella scuola non è giustificata da esigenze di tutela della salute dei bambini e dei ragazzi. Gli studenti sono in fasce di età a rischio bassissimo di manifestare forme serie di malattia da SAS-Cov-2. Certo, da genitori o da famigliari ci preoccupiamo, ma il rischio Covid19 per bambini e ragazzi è ragionevolmente minore di altri rischi abitualmente accettati (in primo luogo gli incidenti).

Il rischio nella scuola riguarda il personale (in primo luogo i professori che ragionevolmente hanno maggiore esposizione) di età meno giovane. I dati epidemiologici suggeriscono di considerare la soglia dei 55 anni per individuare la popolazione a rischio. Altri soggetti a rischio sono i genitori over55 ed i nonni (o altri parenti) over55, conviventi o coinvolti nella vita dei bambini e dei ragazzi. In ogni caso, indipendentemente dai soggetti a rischio,  la scuola frequentata da oltre 9 milioni di persone è un luogo molto critico per la diffusione del SARS-Cov-2 nel Paese.

Ci sono 5 azioni che costituiscono il livello di priorità più alto e che è necessario che tutti pratichino.

   Non mandare a scuola i ragazzi se hanno dei disturbi o se in famiglia ci sono persone che possono avere avuto contatti con soggetti positivi. Facciamo il tampone ed attendiamo l’esito (e pretendiamo che il tutto si faccia in 24 ore!)

   Chiedere che le aule siano ventilate con frequenza. Sicuramente ci sono anche alcune attività che possono essere svolte all’aperto, ma gran parte dell’attività sarà in aula. Quanto tempo occorre per cambiare l’aria in un’aula? Quando il clima lo permette (quando le condizioni lo permettono), sarebbe opportuno tenere le finestre sempre aperte.

Diversamente è opportuno farlo per 10 minuti /ora (anche se non c’è il cambio di insegnante). E’ ragionevole pensare che scendere sotto i 5 minuti / ora sia insufficiente. Per cambiare l’aria occorre aprire tutte le finestre e la porta (e le eventuali finestre sul corridoio). Aprire solo i vasistas non serve.

Ricordiamoci che ventilando l’aula per pochi minuti, l’aria si raffredda, ma non si raffreddano i muri. In poco tempo la temperatura torna nuovamente ai 20 °C. Suddividere il tempo di ricambio dell’aria in 2 cicli/ora probabilmente da vantaggi sotto svariati punti di vista.

   Usare le mascherine. Le mascherine chirurgiche o “di comunità” (in tessuto) servono ad evitare la diffusione dei droplets (“goccioline”) ed evitano che si diffonda il contagio. Se le usiamo tutti mettiamo in atto una misura di protezione collettiva. Stare in un aula e usare le mascherine solo se si è più vicini di 1 metro ha poco senso. Essere un “contatto stretto” significa anche essere stati per un paio di ore nella medesima stanza di un positivo.

Qualcuno avrà sentito dire che “le mascherine possono fare male”. Non è vero. Le mascherine possono dare fastidio. Ma i bambini ed i ragazzi imparano soprattutto dall’esempio dato dagli adulti. E se gli adulti usano le mascherine senza drammatizzare, anche i bambini le usano tranquillamente.

Le affermazioni su ipossia o ipercapnia sono prive di fondamento. Le mascherine sono dispositivi in uso da decenni e non causano questi problemi. Il rischio di contaminazione delle mascherine da batteri o da miceti respirati esiste se si usa la medesima mascherina per lungo periodo. Ma queste affermazioni nascono soprattutto  da una disattenta lettura della letteratura scientifica; l’informazione riguarda le mascherine filtranti, che filtrano l’aria inspirata e non le mascherine chirurgiche (o di tessuto) che fermano le goccioline nell’aria espirata. Ed in ogni caso è riferita al cattivo uso.

Quindi dobbiamo evitare beceri negazionismi o isterismi di senso opposto, per fare in modo che bambini e ragazzi usino la mascherina. Indipendentemente dal permissivismo della normativa.

   Mantenere le distanze. E’ importante. Però possiamo dirci francamente che a scuola dobbiamo perseguire l’obiettivo di stare a distanza di un metro, ma ragionevolmente questa misura non può essere praticata e garantita. Per una lunghissima serie di motivi che variano con l’età e che non sembra necessario specificare in questa sede. Contentarsi di evitare lo scambio di oggetti, in particolare di ciò che facilmente finisce in bocca è probabilmente più realistico.

    Over55: non si è riusciti a riorganizzare la scuola impiegando diversamente i professori over55. Fino a che non sia provata un’efficacia protettiva delle mascherine chirurgiche pari a quella delle mascherine filtranti, credo che il livello minimo di tutela sia fornire mascherine filtranti FFP2 al personale over55. Ovviamente ad integrazione delle misure necessarie per tutti ...

Ci sono poi altre misure meno rilevanti ...

   Lavare le mani: abbiamo imparato a lavarci un po’ di più le mani. Non chiediamoci se serva per il Covid 19. E’ una buona abitudine! Continuiamo, per favore.

   Disinfettare le superfici: salvo che ci siano stati soggetti sintomatici, probabilmente serve a poco. Comunque, ben venga. Ma è inutile correrci dietro. Le disinfezioni servono a far vedere che si fa qualcosa e saranno sempre abbondantemente effettuate. Perché al contrario di altre misure, sono facilmente praticabili.

   Fare i test sierologici:  è tendenzialmente inutile a fini preventivi. Ci parla del passato. Non ci da patentini di immunità. Non è un buon modo per spendere soldi pubblici.

E poi ci sono misure inutili

Infine ci sono misure inutili o da evitare per i costi elevati ed i benefici irrilevanti..

   Disinfettare le scuole: hanno disinfettato le scuole dopo 2 mesi di chiusura. Tutti i dati (Fonte ISS) confermano che dopo 7 giorni non ci sono virus vitali su nessuna superficie. E’ stato uno spreco di denaro per celebrare un rito  laico della religione della prevenzione. 

      Evitiamo che venga ripetuto ad ogni chiusura della scuola..

   Banchi a rotelle. L’importante è provare a tenere le distanze, sapendo che il problema più rilevante è l’aria della classe. Volendo c’erano soluzioni più semplici. Se non ci sono, facciamo tranquillamente senza.

    Plexiglass: E’ stata fuffa derivante dall’ignoranza.

 Distanziatori morbidi sugli scuolabus: Come sopra. Contentiamoci che sul bus si usi la mascherina.

   Schermi facciali: servono a proteggere dagli schizzi. A scuola non servono.

  Medici scolastici: Possono sembrare rassicuranti, ma non servono. Serve piuttosto assumere medici che siano a disposizione per intervenire “senza ritardo” per affrontare casi sospetti o intervenire quando si verificano dei casi di malattia o delle positività in ambiente scolastico.

E fare i tamponi a tutti?  Fare i tamponi a tutti è inutile!

Servono invece moltissimi tamponi da fare per i casi sospetti e per tracciare i contatti. Ma perché ciò funzioni occorre che tra fare il tampone ed avere la risposta non passino più di 24 ore.

In sintesi, ci sono 5 cose su cui concentrare l’attenzione e da pretendere ed un po’ di buone pratiche di contorno su cui non vale la pena soffermarci perché saranno sicuramente fatte.

E c’è qualcos’altro che è utile ricordare?

In primo luogo sappiamo che le persone venute a contatto con una quantità sufficiente di virus (“le persone contagiate”) possono essere distinte in: asintomatici, presintomatici e sintomatici.

Sappiamo che le persone sintomatiche e le persone presintomatiche, almeno nei 3 giorni precedenti alla manifestazione dei sintomi, sono contagiose.

Per gli asintomatici la situazione è più complessa e  ve ne abbiamo accennato già mesi fa.

La scienza in questi 7 mesi non è riuscita a dare una risposta certa sulla contagiosità degli asintomatici. Chi ha poca dimestichezza con il metodo scientifico (o anche chi più semplicemente pensa di “marciarci su”) vede contraddizioni, complotti ecc.  La realtà è molto più semplice: provare la non contagiosità (o la contagiosità) degli asintomatici è una cosa complessa che richiede tempo. C’è però un discreto consenso nel ritenere gli asintomatici come meno contagiosi. Ma gli asintomatici sono un problema perché, in quanto tali, vanno tranquillamente in giro. I sintomatici invece si isolano.

E alla fin fine, questo è il motivo per cui motivo per cui dobbiamo continuare ad adottare misure di prevenzione, senza farci disturbare da chi urla “verità” senza mai documentarle.

Carlo Proietti

1 commento

Unknown ha detto...

Grazie chiarissimo