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Bye bye anche al Teatro: Grugliasco più povera

La vita di una città è un po' come quella di un organismo. Ha un'identità che conserva nel tempo e che si rafforza  a mano a mano che l'organismo cresce, si sviluppa e risponde alle aggressioni e ai guai che ne minano la salute e le speranze. Chi governa una città dovrebbe sapere che poggia su pilastri sensibili: più ce ne sono, meglio è, perché rendono robusto e funzionale l'organismo. I pilastri sono le imprese per via del lavoro, le scuole per via dell'istruzione, la cultura per via della ricchezza umana, le associazioni per via delle relazioni, i luoghi per via degli incontri, le istituzioni per via dell'umanità coinvolta, speranze incluse, e molto altro ancora.
Per questo l'interesse di un amministratore pubblico dovrebbe essere quello di moltiplicare i pilastri, anche alla luce delle novità che intervengono nella comunità e non solo: attività prima fondamentali che diventano obsolete, associazioni ricche e partecipate che si svuotano di persone e contenuti, imprese che chiudono e così via...
L'obiettivo minimo, sempre per il solito buon amministratore, sarebbe quello che sostituire i pilastri che vengono meno con altri pronti a prenderne il posto, così che la città resti viva e interessante. A proposito di circo, quando, oramai diciotto anni fa, decidemmo di vietare i circhi con animali selvatici in cattività, subito decidemmo di portare a Grugliasco i circhi di persone perché ad ogni divieto o perdita deve corrispondere un nuovo innesto, una nuova proposta, sennò la città muore. E non sono segni di vita le pur importanti fiammate delle feste patronali e di quartiere...
Perché una città vive di momenti e occasioni quotidiane, di attività che si sviluppano nel tempo e proseguono - a volte sottotono - per sbocciare davanti a tutti quando viene il momento. Come un teatro, come l'Unitre, come i circoli, per anziani e non, come le parrocchie, come come...
L'oratorio è  diventato un ristobar con maxischermo: realizzate le fantasie degli anticlericali, a quando un campo da calcio in chiesa con spogliatoi nella sacrestia? Il Circolo Nello Farina è all'incirca una bisca, neanche più accompagnata dalla somministrazione bevande. Una bisca prima in capo alla Società Le Serre e poi ridata al Comune che va cercando qualcuno che se ne assuma l'onere della gestione, insomma un fallimento doppio. Il Circolo Tiziano Lanza è chiuso definitivamente - per decisione dei soci, recita ipocritamente il comunicato affisso sulla porta - e anche il Teatro Perempruner è stato trasformato in una palestra che sarà gestita dai Circensi delle Serre.
La compagnia Viartisti - che ha gestito il Teatro per circa vent'anni portando a Grugliasco attori e personaggi di fama nazionale e ha prodotto spettacoli anche ora in giro per l'Italia - fatta fuori da un sindaco che solo un anno fa "amava" Grugliasco in campagna elettorale. Naturalmente lui si è affrettato a sostenere che non è così, che bla bla bla... Vi assicuriamo, cari lettori, che è proprio così.
Se almeno avesse provato a sostituire ciò di cui si sbarazzava con qualcosa di nuovo avremmo potuto moderare il nostro giudizio, ma neanche questo. Conquistate Le Serre, anche con la splendida operazione della doppia compravendita del tendone che ha portato un po' di soldi pubblici del Comune nelle loro tasche (ne parleremo prossimamente), i Circensi si sono pappati anche il Teatro, trasformato in ciò che loro desideravano con una spesa di oltre 400 mila euro (rifare il tetto e mantenerlo com'era sarebbe costato 132 mila euro) di soldi pubblici. Così potranno continuare a rivedere i consistenti finanziamenti di cui già godono da tutti quegli enti pubblici politicamente amici della giunta grugliaschese.
Che, non paga dei guasti, continuerà imperterrita nella sua opera di distruzione,nel tentativo - speriamo inutile - di trasfomarci tutti in pagliacci.
E' evidente che, per noi, non finisce qui.
Mariano Turigliatto

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