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Una cittadina scrive al sindaco...

Buongiorno,
mi chiamo A. P. ed abito a Grugliasco dal 2002. Nel corso di questi anni ho potuto osservare una scarsa attenzione ambientale delle Amministrazioni comunali che si sono succedute. Vi chiedo scusa fin da ora per la lunghezza del testo ma i temi da affrontare sono molteplici e non banali.

Continuo consumo di suolo. Molte superfici agricole (in attualità di coltura o incolte) negli ultimi anni sono state trasformate in zone a servizi o residenziali. Immagino che questo derivi dall'applicazione delle previsioni del PRGC vigente; ciononostante, sarebbe stato possibile e auspicabile, visto il continuo crescente consumo di suolo sottolineato anche da ISPRA in una recente pubblicazione, una retrocessione per conservare una risorsa non rinnovabile e delle superfici permeabili.

Sistemazione di Via Leonardo da Vinci. Il recente intervento ha realizzato una distesa di asfalto fra rotonde, nemmeno più inerbite, marciapiedi larghi metri privi di alberature, parcheggi a servizio di centri sportivi totalmente privi di ombreggiatura, piste ciclabili asfaltate e completamente esposte al sole (evidentemente pensate per essere fruite nei mesi invernali). Ai lati della strada, nei pressi del cimitero, cresce rigoglioso un filare di Ailanto di cui nessuno si cura sebbene il suo contenimento sia previsto da regolamenti comunitari e norme regionali poiché specie esotica fortemente invasiva.
Sorvolo sugli aspetti estetici e paesaggistici legati al complesso residenziale e commerciale realizzato nei pressi di via La Salle perché credo siano maggiormente soggetti al gusto personale.

Manutenzione degli spazi verdi e tutela della biodiversità. Nel parco San Sebastiano la zona umida realizzata per la tutela del Rospo smeraldino (specie inserita nella Direttiva Habitat) è completamente abbandonata da anni: nessuno si premura di apportare allo stagno l'acqua necessaria alla riproduzione degli Anfibi, la vegetazione è priva di qualsivoglia intervento di manutenzione, il Bambù (anch'esso esotico e fortemente invasivo) cresce rigoglioso, due ailanti di grandi dimensioni sono già in grado di disseminare, la staccionata è in uno stato a dir poco precario e la bacheca da anni è priva del pannello informativo. La zona umida adiacente, realizzata dall'Università, versa in condizioni similari: accoglie altre specie esotiche invasive quali la Buddleja davidii, lo stagno è prosciugato, la staccionata crolla a pezzi e la bacheca è una tavolozza per writers. Nel prato che ospita il percorso ginnico, specie esotiche fortemente invasive sono addirittura state piantate (Quercus rubra), con tanto di pali tutori, raggiungendo così il paradosso che anziché controllarne la diffusione la favoriamo, utilizzando oltretutto risorse economiche pubbliche. Nei pressi dell'area giochi, è stata recentemente allestita un'isola ecologica per la raccolta differenziata, iniziativa che sarebbe stata lodevole se non fosse stata accompagnata dalla scomparsa di tutti i cestini di piccole dimensioni: questo comporta il fatto che i proprietari dei cani debbano portare a passeggio, oltre al proprio cane, anche le deiezioni da quest'ultimo prodotte, per centinaia di metri, con il risultato che i prati sono divenuti dei campi minati. Infine nell'area recintata che credo ospiti le autovetture poste sotto sequestro crescono indisturbati Ailanto e Paulonia.

Cura del verde pubblico. Nel Parco Champagnat l'anno scorso è stata tagliata una quercia di notevoli dimensioni, immagino in seguito a una valutazione tecnica che ne aveva previsto l'instabilità (poi confermata dalla carie interna). Mi rendo conto che in un giardino urbano si tenda alla massima riduzione del rischio e che un intervento del genere sia stato ritenuto inevitabile, ma vi invito a valutare i sistemi di messa in sicurezza esistenti ed ampiamente sperimentati, almeno nel caso di piante davvero notevoli (come potrebbe essere parimenti il Ginko biloba delle Serre). Al posto della quercia sono state messe a dimora due nuove piante, una quercia ed un liquidambar, se non ricordo male. Una delle due sembrerebbe non aver attecchito e credo ci siano ancora i margini per una sostituzione da effettuare in autunno.  Vi segnalo che il faggio all'ingresso di Via Cotta è morto. Nell'area è inoltre attualmente in costruzione un condominio privato, su suolo pubblico.

Le potature. A Grugliasco le alberate si potano, per regola, in primavera, quando le piante hanno già avviato la ripresa vegetativa e gli uccelli hanno già iniziato la nidificazione. Inoltre, è ormai noto che le tecniche "tradizionali" sono state ampiamente superate e soppiantate da nuovi metodi più efficaci dal punto di vista del controllo della crescita e più sostenibili dal punto di vista economico. Il portamento è una caratteristica specifica degli alberi tant'è che viene utilizzato come criterio di riconoscimento delle specie quindi sarebbe buona norma rispettarlo e non costringere un platano ad assomigliare ad una quercia fastigiata. 

Il Parco di Villa Claretta. Tralasciando scelte ormai lontane che hanno consentito di trasformare parte di un parco storico in una residenza universitaria (struttura assolutamente necessaria ma che avrebbe potuto essere collocata in una sede più opportuna), mi preme evidenziare lo stato di abbandono in cui la porzione sopravvissuta del parco versa da anni. Il filare di Abeti rossi che correva lungo Via Cavalieri di Vittorio Veneto ospitava una coppia nidificante di Gufo comune (specie protetta dalla Direttiva Uccelli recepita in Italia dalla l. 157/92) ma questo non ne ha impedito l'abbattimento. Oggi al posto degli Abeti crescono rigogliosi ailanti (vedi sopra).

Contenimento dell'Ambrosia artemisiifolia: riscontrato che la diffusione della pianta è comune su tutto il territorio comunale, si chiede di conoscere il numero delle sanzioni irrogate ai sensi dell'ordinanza 6496/2014 e il numero di provvedimenti d'ufficio adottati dall'Amministrazione comunale. 

Abbandono di rifiuti. La presenza di rifiuti ai bordi delle strade è consolidata su buona parte del territorio comunale: Strada Antica di Grugliasco, Corso Torino, Via Moncalieri, Via Crea sono quelle da me più frequentate ma non credo possano rappresentare un'eccezione. L'altro giorno mi sono inoltre imbattuta in un abbandono di notevoli dimensioni (vi allego alcune foto) situato lungo la strada sterrata che costeggia la bealera che corre lungo Corso Martin Luther King, poco prima dell'incrocio con Via Olevano.

A dimostrazione dell'intento costruttivo che questa mail si propone, vorrei esprimere il mio apprezzamento per la realizzazione del nuovo parco di Borgata Paradiso e per la riqualificazione del Parco Porporati. Ho trovato anche interessante la valorizzazione del patrimonio arboreo messa in atto nel parco delle Serre attraverso la posa di schede identificative: mi permetto solo di segnalare che sarebbe opportuno apportare una revisione a quella del ginepro.

Per concludere, ho letto recentemente di un progetto di riqualificazione di Via Cravero che ammonta a circa 100.000 euro: essendo ivi residente sarei molto interessata a conoscerne i dettagli. Sarei anche interessata a conoscere l'evoluzione dei progetti "parco agricolo" e "parco delle farfalle" di cui si parlava tempo fa.

Ultima nota: mi sfugge il motivo per cui l'URP non abbia un indirizzo di posta elettronica (o almeno sul sito non è riportato) considerato che "il dialogo con i cittadini" è la sua mission. Parimenti mi sorprende che tutti i settori abbiano esclusivamente indirizzi di posta elettronica certificata che impongono al cittadino di dotarsi di un medesimo sistema per poter comunicare con l'Amministrazione che democraticamente lo rappresenta. Questi sono i motivi che mi hanno costretta ad indirizzare la presente direttamente al Sindaco e ad alcuni consiglieri.

Restando a disposizione per eventuali chiarimenti, in attesa di un cortese riscontro si porgono distinti saluti.

Dott.ssa A. P. 

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