Rifiuti: riciclo e riciclati. Tanto paga Pantalone!
Nel post precedente (leggi) abbiamo raccontato alcuni passaggi di un incontro fra i consiglieri comunali di Grugliasco e i vertici di CIDIU, fenomenali presidenti in testa.
Durante l'incontro abbiamo chiesto chiarimenti su alcune stranezze che apparirebbero inspiegabili a persone normodotate e continuamente alle prese con la necessità di far quadrare i conti in casa, affinché quello che entra non sia superato a quello che esce. Le risposte di costoro ci hanno dato da pensare. Veniamo alle domande che abbiamo fatto loro:
Dato che l'impianto per il trattamento dell'umido di Druento è tuttora semi-bloccato (leggi la storia), qual è il maggior costo che il CIDIU (cioè i cittadini che pagano le bollette) deve sopportare per trasportarlo in Veneto per la lavorazione?
Capiranno bene i lettori che non si tratta di un quesito da far tremare le vene dei polsi. Il CIDIU ha investito una valanga di milioni (nostri) per realizzare un impianto di trattamento dell'umido che avrebbe dovuto servire anche altri consorzi e che invece è pressoché inutilizzato. Chiedere a quanto ammontano i danni (o la maggior spesa per fare lo stesso lavoro) è il minimo che un amministratore pubblico deve fare.
La domanda è stata ripetuta due volte, alla fine il Presidente fenomeno De Marco ha risposto che non c'è alcuna differenza di costo.
Detto in altre parole, smaltire l'umido nell'impianto (ora out) di Druento, costerebbe come prendere gli stessi rifiuti, metterli sui TIR e pagare qualcuno in Veneto perché li smaltisca! Fenomeno De Marco è presidente già da un bel po', speriamo che si sia sbagliato sennò dovremmo chiedergli i danni. In legalese si chiama "mala gestio". Risultato: ne sappiamo come prima del riciclo dello scarto umido, ci limitiamo a pagarlo con bollette sempre più salate. Veniamo al secondo quesito...
Il CIDIU da due anni non assume più dal collocamento i lavoratori di cui ha bisogno per le sostituzioni degli assenti. Si rivolge al "lavoro in affitto" delle agenzie interinali. Quanto spende all'anno e quale valutazione di economicità ha spinto gli amministratori a questa scelta?
Il direttore ha risposto che il CIDIU spende circa 500.000 euro l'anno per le sostituzioni, ovviamente le agenzie di lavoro in affitto ci guadagnano il dovuto e il precariato cresce, diventa dipendenza. Con buona pace dei sindacalisti - belli ammaestrati e dire di sì (chissà perché) e drogati da dosi considerevoli di straordinari, quando gli interinali non bastano - che quando lottano per il lavoro sicuro pensano al loro. Alcune di queste dinamiche le abbiamo anche viste da molto vicino, per via di un parente stretto che, forse per una svista del collocamento, è stato a lungo precario e ora lavora altrove. Depurata la vicenda dai contenuti più personali (sui quali gli sciacalli hanno a lungo volteggiato), veniamo a qualche semplice considerazioni: dicono i capi del CIDIU che il fabbisogno di personale di sostituzione si concentra in alcuni momenti dell'anno (i tre/quattro mesi estivi e dicembre/gennaio), durante il resto dell'anno si tampona con straordinari e qualche interinale. Perché non fare come fanno persino i più biechi padroni, che programmano assunzioni e contratti in funzione del bisogno programmato? Non sono capaci? Non potrebbero occuparsene gli uffici, gonfi di personale in esubero (come attestano gli studi che hanno commissionato i loro stessi capi), dando prova che un'impresa pubblica sviluppa in efficienza ed economicità una sua "funzione sociale"? Sarebbero circa 20 contratti (40 se part-time). Garantisco che il mio parente non farebbe domanda, ha trovato altro nel frattempo e non è più iscritto al collocamento.
La serata volgeva al termine e non ho avuto tempo di chiedere conto dell' esternalizzazione dei mezzi meccanici e di alcuni altri contratti davvero singolari. Il tempo non manca, ci torneremo su con altre forme.
Aspettarsi risposte chiare e strategie che concilino buona gestione, economicità e sviluppo di una funzione sociale di un'impresa che i cittadini hanno pagato e pagano a caro prezzo, evidentemente mal si concilia con gente che è lì perché ha fatto carriera nel partito. Di personaggi del genere sono piene le istituzioni e le imprese pubbliche: i risultati sul paese si vedono e il CIDIU non fa eccezione.
Mariano Turigliatto
Durante l'incontro abbiamo chiesto chiarimenti su alcune stranezze che apparirebbero inspiegabili a persone normodotate e continuamente alle prese con la necessità di far quadrare i conti in casa, affinché quello che entra non sia superato a quello che esce. Le risposte di costoro ci hanno dato da pensare. Veniamo alle domande che abbiamo fatto loro:
Dato che l'impianto per il trattamento dell'umido di Druento è tuttora semi-bloccato (leggi la storia), qual è il maggior costo che il CIDIU (cioè i cittadini che pagano le bollette) deve sopportare per trasportarlo in Veneto per la lavorazione?
Capiranno bene i lettori che non si tratta di un quesito da far tremare le vene dei polsi. Il CIDIU ha investito una valanga di milioni (nostri) per realizzare un impianto di trattamento dell'umido che avrebbe dovuto servire anche altri consorzi e che invece è pressoché inutilizzato. Chiedere a quanto ammontano i danni (o la maggior spesa per fare lo stesso lavoro) è il minimo che un amministratore pubblico deve fare.
La domanda è stata ripetuta due volte, alla fine il Presidente fenomeno De Marco ha risposto che non c'è alcuna differenza di costo.
Detto in altre parole, smaltire l'umido nell'impianto (ora out) di Druento, costerebbe come prendere gli stessi rifiuti, metterli sui TIR e pagare qualcuno in Veneto perché li smaltisca! Fenomeno De Marco è presidente già da un bel po', speriamo che si sia sbagliato sennò dovremmo chiedergli i danni. In legalese si chiama "mala gestio". Risultato: ne sappiamo come prima del riciclo dello scarto umido, ci limitiamo a pagarlo con bollette sempre più salate. Veniamo al secondo quesito...
Il CIDIU da due anni non assume più dal collocamento i lavoratori di cui ha bisogno per le sostituzioni degli assenti. Si rivolge al "lavoro in affitto" delle agenzie interinali. Quanto spende all'anno e quale valutazione di economicità ha spinto gli amministratori a questa scelta?
Il direttore ha risposto che il CIDIU spende circa 500.000 euro l'anno per le sostituzioni, ovviamente le agenzie di lavoro in affitto ci guadagnano il dovuto e il precariato cresce, diventa dipendenza. Con buona pace dei sindacalisti - belli ammaestrati e dire di sì (chissà perché) e drogati da dosi considerevoli di straordinari, quando gli interinali non bastano - che quando lottano per il lavoro sicuro pensano al loro. Alcune di queste dinamiche le abbiamo anche viste da molto vicino, per via di un parente stretto che, forse per una svista del collocamento, è stato a lungo precario e ora lavora altrove. Depurata la vicenda dai contenuti più personali (sui quali gli sciacalli hanno a lungo volteggiato), veniamo a qualche semplice considerazioni: dicono i capi del CIDIU che il fabbisogno di personale di sostituzione si concentra in alcuni momenti dell'anno (i tre/quattro mesi estivi e dicembre/gennaio), durante il resto dell'anno si tampona con straordinari e qualche interinale. Perché non fare come fanno persino i più biechi padroni, che programmano assunzioni e contratti in funzione del bisogno programmato? Non sono capaci? Non potrebbero occuparsene gli uffici, gonfi di personale in esubero (come attestano gli studi che hanno commissionato i loro stessi capi), dando prova che un'impresa pubblica sviluppa in efficienza ed economicità una sua "funzione sociale"? Sarebbero circa 20 contratti (40 se part-time). Garantisco che il mio parente non farebbe domanda, ha trovato altro nel frattempo e non è più iscritto al collocamento.
La serata volgeva al termine e non ho avuto tempo di chiedere conto dell' esternalizzazione dei mezzi meccanici e di alcuni altri contratti davvero singolari. Il tempo non manca, ci torneremo su con altre forme.
Aspettarsi risposte chiare e strategie che concilino buona gestione, economicità e sviluppo di una funzione sociale di un'impresa che i cittadini hanno pagato e pagano a caro prezzo, evidentemente mal si concilia con gente che è lì perché ha fatto carriera nel partito. Di personaggi del genere sono piene le istituzioni e le imprese pubbliche: i risultati sul paese si vedono e il CIDIU non fa eccezione.
Mariano Turigliatto