Pillole di storia Grugliaschese 9
Come ci vedevano gli
altri
Continuiamo la relazione dello
storico Casalis, che racconta la Grugliasco della metà di due secoli or sono.
Dopo una veloce inquadratura sia agricola che industriale della prima parte, si
passa alla descrizione della storia e dei luoghi più
interessanti.
Dizionario geografico – statistico –
commerciale
degli stati di S. M. il Re di
Sardegna
di
Goffredo Casalis
(parte 2°)
Libro VIII° di pagg. 696 –
Grugliasco è alle pagg. 275/76/77/78 – pubblicato nel
1841.
GRUGLIASCO
La chiesa parrocchiale è in parte di
antica, e in parte di moderna ed elegante costruzione, eseguita sul disegno
dell’ingegnere Gianbattista Ravelli24. Comprende l’altar maggiore, il
coro e due vaste cappelle. Il grande quadro de’ santi titolari Ippolito e
Cassiano25 è sorretto da due angeli negli intercolunnii dell’altare.
In una delle due cappelle dedicata a s. Filippo vedesi un pregevole dipinto,
lavoro dell’egregia contessa Ottavia Masino di
Mombello26.
Evvi inoltre una chiesa per uso di
confraternita col titolo di s. Croce: ivi si vede un bellissimo quadro del
crocefisso che si crede opera del cavaliere Beaumont27. Questa chiesa
fu edificata per le pie offerte ed anche per l’opera degli abitanti: ne diede il
disegno l’anzidetto ingegnere Ravelli. Fuori dell’abitato stanno due tempietti,
uno dedicato a s. Rocco protettore del comune, e l’altro a s.
Sebastiano28, che contiene una bella tavola rappresentante Maria
Vergine col Bambino Gesù. Nella chiesupola di s. Sebastiano fu eretto un
benefizio della casa Provana.
Un’antica torre quadrata di mirabile
altezza sorge sulla piazzetta che sta davanti alla chiesa parrocchiale: nel
tempo del governo francese29 servì essa ad uso di telegrafo; di
presente serve di campanile.
Ai chierici regolari di s.
Paolo30 vennero già donate dal padre Michiardi una comoda abitazione
ed una grossa cascina coll’obbligo che ivi dessero nella chiesa parrocchiale in
ogni anno gli esercizi spirituali, i quali cominciassero addì 4 di
novembre.
Una congregazione di
carità31 provvede ai bisogni degli indigenti, massime in caso di loro
malattia.
Il cimitero giace nella prescritta
distanza dal villaggio.
Gli abitanti in genere non sono di
complessione molto robusta: assai buona è la loro
indole.
Cenni storici. Nel farsi alcuni scavi fuori dell’abitato di questo
paese, verso ponente, si discoperse, non è gran tempo, un sepolcro formato di
tavolette di terra cotta con entro tre scheletri di alta statura, ed uno dei
così detti lumi perpetui.
Grugliasco nei tempi andati era
cinto di valide mura, e così munito di fortificazioni, che servivano di
antemurale alla città di Torino. Le mura ne furono atterrate nel 1384 dai
torinesi, perché a questi erasi ribellati i grugliaschesi che perciò ebbero
anche a soffrire un barbaro sacco.
Verso la fine dello scorso secolo
rimaneva tuttora in piè una vetusta porta denominata la Torniella che fu
abbattuta nel tempo del cessato governo francese: al coperto di essa potevano
riparare molte persone: era posta verso occidente nella direzione dell’antica
strada di Rivoli. A’ suoi lati esistevano ampii fori a cui soprastavano lunghe
finestre di gotico stile; e vi erano larghi fossi, che furono poi riempiti e
ridotti a prato.
Una gru in due campi, l’uno
d’argento, e l’altro rosso forma lo scudo ovale32, che trovasi appeso
al volto della chiesa parrocchiale, ed offre una confusa etimologia di
Grugliasco.
Questo villaggio fu dato in feudo
con titolo comitale alla città di Torino, che ivi possiede una casa33
ed alcuni molini, ed ha il diritto d’intervenire per mezzo di due deputati
decurioni a portare le aste del baldacchino34, alla solenne
processione del Corpus Domini.
I grugliaschini35
comportarono gravi danni così dai francesi come dagli spagnoli al tempo
dell’Assedio di Torino36, e ne furono anzi così maltrattati che si
videro costretti a fuggire dal loro paese.
Nell’anno 1786 si diede alla luce in
Torino coi tipi d’Ignazio Soffietti una descrizione di Grugliasco in versi
martelliani, di cui non si lessero mai i più sciocchi. L’anonimo poeta volendo
tessere l’elogio degli abitanti dopo aver detto che sono e rispettosi e
umani,
soggiunse:
«Ma san, se sono offesi, ancor menar
le mani;»37
Popolazione
2074.
Note:
24 Vedi nota
20/22.
25 Non è esatto; la chiesa ha
sempre avuto soltanto un patrono: SAN CASSIANO MARTIRE. Il quadro di cui si
parla è ancora oggi visibile ben restaurato, nella sua sede, sul presbiterio
alle spalle dell’Altare Maggiore, e raffigura oltre all’Assunta (prima e più
importante patrona cittadina), San Cassiano e SAN GIOVANNI BATTISTA, patrono
della città di Torino.
26 Vedi nota
18.
27 Si riferisce a CLAUDIO
FRANCESCO BEAUMONT, nato a Moncalieri nel 1694 e morto a Torino nel 1766,
artista di corte. Per approfondire la sua biografia è possibile trovare su
Wikipedia una pagina a lui dedicata.
28 SAN ROCCO, copatrono della
comunità di Grugliasco dal 1598 e SAN SEBASTIANO protettore contro le epidemie.
Nei pressi di questa seconda cappella vi era il secondo cimitero del paese, nel
quale venivano sepolti – fuori dal centro abitato – i morti per epidemie e
pestilenze.
29 Naturalmente si parla
della TORRE CIVICA, che durante il periodo napoleonico, fungeva da telegrafo
ottico, sulla linea telegrafica Parigi-Venezia.
30 I Chierici Regolari di San
Paolo (in latino Clerici Regulares Sancti Pauli) sono un istituto
religioso maschile di diritto
pontificio: i membri di questo ordine, detti popolarmente Barnabiti, pospongono al loro nome
la sigla B.
È uno dei più antichi
ordini di chierici
regolari nella storia
della Chiesa: nacque alla
vigilia del Concilio
di Trento sull’onda dei
movimenti di “riforma” della vita
cristiana. Il suo nome deriva
dalla casa-madre dell’istituto, presso la chiesa
di San Barnaba di Milano. La sede generalizia attualmente si trova a
Roma, dove fu trasferita da Milano nel 1662. Al carisma dell’ordine, fondato da sant’Antonio
Maria Zaccaria (1502–1539), partecipano anche le Suore
Angeliche di San Paolo e i
Laici
di San Paolo (laicali,
specialmente di coniugati).
31 Bisogna capire a chi ci si
riferisce esattamente. Se alla CONFRATERNITA del SANTO CROCIFISSO o alla
CONFRATERNITA dello SPIRITO SANTO.
32 Si parla dello STEMMA
COMUNALE presente sulla facciata di San Cassiano, che è a fondo rosso,
incastonato in una cornice bianca. Ma questo duplice “campo” è descritto non
correttamente, in quanto il campo originale è rosso.
33 Potrebbe trattarsi del
Vecchio Comune, ma anche dell’antica costruzione delle Spazzole, che aveva sul
portone lo stemma comunale di Torino.
34 È vero, negli inventari
del Beneficio della parrocchia, vi è citato un baldacchino per le processioni
del Corpus Domini, sul quale vi è lo stemma della città di Torino, ma altri
stemmi analoghi, vi sono anche sui mobili della
sacrestia.
35 È interessante l’uso di
questa parola: grugliaschini e non grugliaschesi.
36 Si riferisce alla guerra
di successione spagnola, durante la quale tra il 29 e 30 agosto del 1706, in
pieno assedio francese, per fermare dei guastatori nemici che erano entrati
nelle gallerie della Cittadella di Torino, Pietro Micca fece esplodere le
polveri.
37 Questo componimento si
trova nel volume primo de: “Grugliasco appunti per una sua storia”. Non è poi
così malvagio come sembra dal commento.
Manuela Mariuzzo
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