Compensazioni ambientali ?
In
Italia parliamo di "compensazioni ambientali" da poco più
di venti anni.
Le compensazioni ambientali dovrebbero "ripagare" (possibilmente con gli interessi) un danno / deterioramento all'ambiente che interessa una comunità locale, a causa della realizzazione di un'opera (in genere un opera pubblica) che risponde ad un interesse generale, ma i cui effetti indesiderati pesano in misura diseguale sulla collettività.
In linea generale i danni riguardano l'ambiente (inquinamento, perdita di risorse, perdita di specie viventi, ecc.), la salute umana ed il paesaggio.
Il neofita scopre con stupore che gli ambientalisti (più correttamente: "i movimenti spontanei di tutela dell'ambiente") si arrabbiano quando si parla di "compensazioni ambientali". E con altrettanto stupore scopre che le compensazioni ambientali piacciono (molto) agli ammistratori locali.
A quel punto ci sono due alternative: ascoltare il buon senso (e i media) e decidere che gli ambientalisti sono irragionevoli e sanno solo dire di no, oppure provare a fermarsi e riflettere.
Per non annoiarci troppo prendiamo il caso dell'inceneritore del Gerbido.
Le "compensazioni "ambientali" sono un po' di ciclopiste, con tanto di ponte (!), il restauro della Cappella Mandina, ed un centro sportivo / benessere realizzato da privati con un 20% di finanziamento pubblico e poco più (o poco meno).
Queste compensazioni non riducono l'inquinamento, non compensano l'impatto paesaggistico (la Mandina sarà bella, ma è alta 6 metri contro i 120 dell'inceneritore....) e non c'é alcun elemento che possa far ipotizzare che quel po' di attività fisica in più che potrebbe essere fatta grazie alle ciclopiste possa in qualche modo compensare i molteplici impatti sulla salute dell'inceneritore.
Non sono quindi "compensazioni ambientali" , ma, al massimo, compensazioni.
La domanda è "compensazione per chi?".
Queste comensazioni sono date alle amministrazioni comunali che devono affrontare lo scontento della (di parte della) popolazione locale. In pratica sono "paghette" date agli amministratori "piccoli" dagli amministratori "adulti". E' una recita un po' patetica, ma i piccoli la accettano, perché vogliono diventare grandi.
Concretamente: si da la possibilità di comperare un po' di opere pubbliche, così da far funzionare la rete di imprenditori (generando consenso e sostegno) e si prova a fare qualcosa che piaccia alla popolazione. Vista la memoria corta ciò che conta sono gli annunci e le innaugurazioni.
Se non si vuole partecipare questo gioco, occorre pretendere che una compensazione ambientale restituisca (con gli interessi...) ciò che viene tolto in termini di impatto sulla salute, impatto sull'ambiente e sul paesaggio ....
E, se si vogliono evitare fregature, l'unica regola possibile è quella del baratto:
- ci togliete un po' di salute?
Allora ci restituite un po' di salute in più!
- causate un "tot" di inquinamento?
Allora ci togliete un po' di inquinamento in più!
- rovinate il paesaggio?
Allora fate anche cose che lo migliorino più di quanto lo avete rovinato!
Occorre che impariamo tutti che i danni alla salute, all'ambiente ed al paesaggio non sono entità generiche ('o male oscuro ....), ma sono cose misurabili. E allora sarà facile pretendere che anche le compensazioni siano cose con impatti positivi effettivemente misurabili.
Qualcuno obietterà: "allora non sarà più possibile fare alcune opere!".
Ad ognuno le sue valutazioni. Ma ricordo che non c'è nulla di nuovo e che Torino è stata la culla (poco più di 40 anni fa), delle lotte contro la monetizzazione dei rischi per la salute in fabbrica...
In ultimo, io sono favorevole al restauro della Cappella della Mandina. Fa parte di una serie di cappelle (una è la Cappella Anselmetti, presso la Cascina Roccafranca, restaurata, l'altra è dietro l' ex Ikea, .... fino a che la pioggia non la tira giù...) che fanno parte della storia di questo territorio. E dovrebbero far parte della nostra identità.
Quello che trovo avvilente è che questo restauro "dovuto", sia passato come compensazione per l'inceneritore. E' il frutto avvelenato di una politica miope ed illustra bene quanto l'amministrazione Monzù abbia sempre volato basso.
Ma ora il volo radente è pericoloso! Rischiano di schiantarsi contro la ciminiera dell'inceneritore.
Carlo Proietti
Le compensazioni ambientali dovrebbero "ripagare" (possibilmente con gli interessi) un danno / deterioramento all'ambiente che interessa una comunità locale, a causa della realizzazione di un'opera (in genere un opera pubblica) che risponde ad un interesse generale, ma i cui effetti indesiderati pesano in misura diseguale sulla collettività.
In linea generale i danni riguardano l'ambiente (inquinamento, perdita di risorse, perdita di specie viventi, ecc.), la salute umana ed il paesaggio.
Il neofita scopre con stupore che gli ambientalisti (più correttamente: "i movimenti spontanei di tutela dell'ambiente") si arrabbiano quando si parla di "compensazioni ambientali". E con altrettanto stupore scopre che le compensazioni ambientali piacciono (molto) agli ammistratori locali.
A quel punto ci sono due alternative: ascoltare il buon senso (e i media) e decidere che gli ambientalisti sono irragionevoli e sanno solo dire di no, oppure provare a fermarsi e riflettere.
Per non annoiarci troppo prendiamo il caso dell'inceneritore del Gerbido.
Le "compensazioni "ambientali" sono un po' di ciclopiste, con tanto di ponte (!), il restauro della Cappella Mandina, ed un centro sportivo / benessere realizzato da privati con un 20% di finanziamento pubblico e poco più (o poco meno).
Queste compensazioni non riducono l'inquinamento, non compensano l'impatto paesaggistico (la Mandina sarà bella, ma è alta 6 metri contro i 120 dell'inceneritore....) e non c'é alcun elemento che possa far ipotizzare che quel po' di attività fisica in più che potrebbe essere fatta grazie alle ciclopiste possa in qualche modo compensare i molteplici impatti sulla salute dell'inceneritore.
Non sono quindi "compensazioni ambientali" , ma, al massimo, compensazioni.
La domanda è "compensazione per chi?".
Queste comensazioni sono date alle amministrazioni comunali che devono affrontare lo scontento della (di parte della) popolazione locale. In pratica sono "paghette" date agli amministratori "piccoli" dagli amministratori "adulti". E' una recita un po' patetica, ma i piccoli la accettano, perché vogliono diventare grandi.
Concretamente: si da la possibilità di comperare un po' di opere pubbliche, così da far funzionare la rete di imprenditori (generando consenso e sostegno) e si prova a fare qualcosa che piaccia alla popolazione. Vista la memoria corta ciò che conta sono gli annunci e le innaugurazioni.
Se non si vuole partecipare questo gioco, occorre pretendere che una compensazione ambientale restituisca (con gli interessi...) ciò che viene tolto in termini di impatto sulla salute, impatto sull'ambiente e sul paesaggio ....
E, se si vogliono evitare fregature, l'unica regola possibile è quella del baratto:
- ci togliete un po' di salute?
Allora ci restituite un po' di salute in più!
- causate un "tot" di inquinamento?
Allora ci togliete un po' di inquinamento in più!
- rovinate il paesaggio?
Allora fate anche cose che lo migliorino più di quanto lo avete rovinato!
Occorre che impariamo tutti che i danni alla salute, all'ambiente ed al paesaggio non sono entità generiche ('o male oscuro ....), ma sono cose misurabili. E allora sarà facile pretendere che anche le compensazioni siano cose con impatti positivi effettivemente misurabili.
Qualcuno obietterà: "allora non sarà più possibile fare alcune opere!".
Ad ognuno le sue valutazioni. Ma ricordo che non c'è nulla di nuovo e che Torino è stata la culla (poco più di 40 anni fa), delle lotte contro la monetizzazione dei rischi per la salute in fabbrica...
In ultimo, io sono favorevole al restauro della Cappella della Mandina. Fa parte di una serie di cappelle (una è la Cappella Anselmetti, presso la Cascina Roccafranca, restaurata, l'altra è dietro l' ex Ikea, .... fino a che la pioggia non la tira giù...) che fanno parte della storia di questo territorio. E dovrebbero far parte della nostra identità.
Quello che trovo avvilente è che questo restauro "dovuto", sia passato come compensazione per l'inceneritore. E' il frutto avvelenato di una politica miope ed illustra bene quanto l'amministrazione Monzù abbia sempre volato basso.
Ma ora il volo radente è pericoloso! Rischiano di schiantarsi contro la ciminiera dell'inceneritore.
Carlo Proietti
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