Ascensori per il Paradiso: come spendere 360mila euro senza risolvere il problema
In merito a questa incresciosa situazione la dirigente dei lavori pubblici ricorda sempre che “c’è stata la pandemia”. Ora, sono passati 7 anni e mezzo, … vedete un po’ voi quanto può avere pesato la pandemia.
In realtà sarebbe almeno dal mese di agosto del 2022 che gli ascensori potrebbero essere aperti al pubblico (ricordiamoci che gli ascensori non sono una “comodità”, ma sono necessari per le persone disabili). L’assessore sembra indifferente e tratta la questione come “polemica politica”. Il sindaco ha ben altra percezione, ma non è andato oltre l’allargare le braccia. Oltre ai tempi indecenti, c’è la questione che sono stati spesi 360mila euro per 2 ascensori che coprono un dislivello di 7,15 metri. E c’è la questione che gli ascensori non sono stati riaperti per paura degli atti vandalici. E, adesso, sono stati ceduti (gratis) a RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nella speranza che li apra e li gestisca.
La vera domanda che vi faccio, però è un’altra: “Come è possibile che un Comune tenga chiuso l’accesso per le persone disabili per 8 anni, per realizzare degli ascensori che poi non apre per timore degli atti vandalici?”
Possibile che nessun dirigente, nessun funzionario, nessun amministratore si fosse prima chiesto quale fosse l’intervento giusto? No, prima si spendono allegramente 360mila euro, poi ci si presenta come amministratori attenti che non vogliono danni al patrimonio del Comune.
Magari per trovare la soluzione giusta ci voleva Einstein, penserete voi. No, era sufficiente andare a Collegno, dove il problema è stato risolto con un sovrappasso pedonale, soluzione meno chic, ma a prova di vandalismi.
Carlo Proietti
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