Inceneritore del gerbido: i conti della serva
Continuano i giochetti per impedire un controllo vero dell’impianto. I costi complessivi per la realizzazione dell’ inceneritore ammontano a circa 470 milioni di euro.
Alla fine dell’anno 2012, l’80% delle quote della società TRM Spa, a cui fa riferimento l’impianto del Gerbido, vengono vendute per 126 milioni di euro. Chi vende? I soci pubblici che avevano costituito la società e, in particolare, il Comune di Torino che da questa operazione incassa oltre 122 milioni. Chi acquista? Un’ATI (Associazione Temporanea di Impresa) denominata TRM V Spa, società finanziata per i ¾ da F2i Ambiente Spa con 94,5 milioni di euro e per ¼ dal Gruppo Iren con 31,5 milioni di euro.
Nel 2014, Iren rileva da F2i, per 35,6 milioni di euro, un’ulteriore 24% delle azioni dell’ATI. Recentemente Iren ha fatto sapere che acquisterà da F2i per un cifra superiore ai 100 milioni di euro anche il restante 51%. Chi guadagna?
Per F2i è un ottimo affare: a fronte dell’investimento nel 2012 di 94,5 milioni, ha incassato l’anno scorso 35,6 milioni e ne incasserà oltre 100. Totale entrate: 135,6 milioni di euro. Chi è F2i, l’impresa che realizza una plusvalenza di 40 milioni in tre anni? E’ un fondo d’investimento che ha come sponsor: Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, Unicredit Group, Adrian, 9 Fondazioni bancarie e 2 Casse di previdenza. Chi paga? Sicuramente i cittadini che sopportano il conto finale delle tasse e delle bollette. Al Gerbido però le tariffe di ingresso dei rifiuti all’inceneritore sono state regolate dall’Autorità locale ed allora il gestore dell’impianto, per realizzare profitto, oltre a vendere energia dovrà aumentare la quantità di rifiuti da trattare.
Ed ecco il decreto cosiddetto “Sblocca Italia” che consente di autorizzare gli inceneritori ad operare al limite massimo della propria capacità di smaltire rifiuti. TRM ha un impianto con una capacità massima di circa 500.000 tonnellate ed è autorizzato per smaltirne 421.000 tonnellate, perciò Iren potrà aumentare la quantità di rifiuti da incenerire di 70-75 mila tonnellate.
Non riesco a condividere quella politica che consente ad un fondo d’investimento chiuso di guadagnare 40 milioni di euro con una operazione finanziaria su un’opera pubblica con l’aggravante delle conseguenze che questa operazione probabilmente avrà per l’ambiente in cui siamo e saremo. E voi? Che ne dite?
M.Oddi