La coda quotidiana: giusta punizione?
Certe mattine non ti basta un quarto d'ora per uscire da Grugliasco, di solito per andare al lavoro. La coda comincia all'altezza del distributore Total, poi molto lentamente ti avvicini al ponte cercando di scansare quelli che si infilano dappertutto con l'illusione di arrivare prima passandoti davanti.
Infine un guizzo: raggiungi la rotonda e lotti contro quelli che arrivano da Quaglia, anche loro già provati dalla coda che hanno fatto. Ne fai passare uno o due poi cerchi di passare tu: sul ponte le auto stanno in fila singola e l'ingorgo è accentuato dallo scarso smaltimento della rotonda di viale Radich, dove attraversano bambini che vanno a scuola e pensionati a spasso col cane. Scendi lentamente dal ponte e dopo la rotonda sei finalmente libero di tuffarti nel traffico torinese.
Che il ponte fosse insufficiente a reggere il traffico da e per Torino lo si sa da circa trent'anni. Infatti più o meno intorno al 1987 gli amministratori comunali di allora concessero la trasformazione di un'area industriale (Frigostamp) in residenziale (il palazzo che ammiriamo tutte le mattine durante la coda sul ponte) in cambio, fra le altre cose, del raddoppio del ponte. Negli anni a seguire la realizzazione fu frenata per problemi con le ferrovie e con la giustizia: ricorderanno i più maturi fra i concittadini che la politica grugliaschese aveva ben altri problemi che il raddoppio del ponte, impegnata com'era prima a incassare tangenti, poi a difendersi dalle indagini, infine a sparire per effetto delle condanne (allora usava ancora così, quando venivi beccato ti toglievi di mezzo).
Finalmente, verso il finire del secolo, tutto sembrava a posto: costi rivisti, permessi delle Ferrovie in corso di acquisizione, progetti risistemati e aggiornati. Il tutto per realizzare una nuova corsia che scendesse direttamente su Strada della Pronda, tirando dritto sul ponte.
Nel 2003 colpo di scena, non si fa più niente: sindaco Mazzù e assessore Zucca decidono di incassare i soldi accantonati dall'impresa costruttrice che, ben felice, paga e se la svigna prima che possano cambiare idea. Per addolcire la pillola - specialmente agli abitanti di Quaglia che lamentavano un traffico insopportabile - si inventarono la costruzione di una bretella destinata a portare fuori dalla borgata il traffico di attraversamento. Naturalmente utilizzando i soldi del ponte mancato.
Sono passati 15 anni: la situazione è la stessa di trent'anni fa. Agli abitanti di borgata Quaglia continuano a promettere soluzioni ad ogni campagna elettorale. Siccome continuano a votare questi soggetti, non possiamo che ritenere gli abitanti di Quaglia dei formidabili creduloni. Non è vero che patiscono il traffico a loro sta davvero bene che la strada centrale del quartiere sia percorsa a ogni ora da fiumane di auto. Sennò non si spiegherebbe questa ostinazione...
Per tutti gli altri grugliaschesi una considerazione: un anno fa, durante la campagna elettorale, il tema è stato agitato come priorità dal sindaco evasore: i grugliaschesi si saranno immaginati che, una volta rieletto, si mettesse al lavoro. Sciocchini, sapete cos'ha fatto finora di concreto per renderci la coda meno dura? Un tubo.
Terry Mc
Iver
Infine un guizzo: raggiungi la rotonda e lotti contro quelli che arrivano da Quaglia, anche loro già provati dalla coda che hanno fatto. Ne fai passare uno o due poi cerchi di passare tu: sul ponte le auto stanno in fila singola e l'ingorgo è accentuato dallo scarso smaltimento della rotonda di viale Radich, dove attraversano bambini che vanno a scuola e pensionati a spasso col cane. Scendi lentamente dal ponte e dopo la rotonda sei finalmente libero di tuffarti nel traffico torinese.
Che il ponte fosse insufficiente a reggere il traffico da e per Torino lo si sa da circa trent'anni. Infatti più o meno intorno al 1987 gli amministratori comunali di allora concessero la trasformazione di un'area industriale (Frigostamp) in residenziale (il palazzo che ammiriamo tutte le mattine durante la coda sul ponte) in cambio, fra le altre cose, del raddoppio del ponte. Negli anni a seguire la realizzazione fu frenata per problemi con le ferrovie e con la giustizia: ricorderanno i più maturi fra i concittadini che la politica grugliaschese aveva ben altri problemi che il raddoppio del ponte, impegnata com'era prima a incassare tangenti, poi a difendersi dalle indagini, infine a sparire per effetto delle condanne (allora usava ancora così, quando venivi beccato ti toglievi di mezzo).
Finalmente, verso il finire del secolo, tutto sembrava a posto: costi rivisti, permessi delle Ferrovie in corso di acquisizione, progetti risistemati e aggiornati. Il tutto per realizzare una nuova corsia che scendesse direttamente su Strada della Pronda, tirando dritto sul ponte.
Nel 2003 colpo di scena, non si fa più niente: sindaco Mazzù e assessore Zucca decidono di incassare i soldi accantonati dall'impresa costruttrice che, ben felice, paga e se la svigna prima che possano cambiare idea. Per addolcire la pillola - specialmente agli abitanti di Quaglia che lamentavano un traffico insopportabile - si inventarono la costruzione di una bretella destinata a portare fuori dalla borgata il traffico di attraversamento. Naturalmente utilizzando i soldi del ponte mancato.
Sono passati 15 anni: la situazione è la stessa di trent'anni fa. Agli abitanti di borgata Quaglia continuano a promettere soluzioni ad ogni campagna elettorale. Siccome continuano a votare questi soggetti, non possiamo che ritenere gli abitanti di Quaglia dei formidabili creduloni. Non è vero che patiscono il traffico a loro sta davvero bene che la strada centrale del quartiere sia percorsa a ogni ora da fiumane di auto. Sennò non si spiegherebbe questa ostinazione...
Per tutti gli altri grugliaschesi una considerazione: un anno fa, durante la campagna elettorale, il tema è stato agitato come priorità dal sindaco evasore: i grugliaschesi si saranno immaginati che, una volta rieletto, si mettesse al lavoro. Sciocchini, sapete cos'ha fatto finora di concreto per renderci la coda meno dura? Un tubo.
Terry Mc
Iver
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