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TURIGLIATTO SINDACO


L’impegno per la città dove vive e lavora. Da "PUNTO DI VISTA", n. 19 del febbraio 2012
Ritorno al futuro intervista a cura di Giovanni Lava
turigliatto.guardabene-ridotto Pur essendo diventato nonno sei mesi fa, Mariano Turigliatto non abbandona le barricate di una vita. A 57 anni, portati decisamente bene, ha deciso dopo lunga e combattuta meditazione che Grugliasco merita un nuovo sacrificio, la candidatura a sindaco della città, ruolo già ricoperto per circa otto anni alla guida di quella che fu definita la “Primavera grugliaschese”, seguita all’inverno rappresentato dallo scandalo Le Gru e alla decapitazione ad opera della magistratura di tutta la classe politica del centrosinistra che era al governo della città sin dal dopoguerra. Dopo l’esperienza in Regione come consigliere della lista Bresso, due anni fa è stato “scomunicato” per la seconda volta dalla casta dei partiti di centrosinistra a causa di questo giornale che racconta quanto non va raccontato. La prima volta avvenne nel 1997 quando il centrosinistra in combutta con il centrodestra lo fece decadere da sindaco, per poi essere sbaragliato al primo turno nelle successive elezioni comunali. Oggi Mariano Turigliatto – a quanto emerge dall’intervista che segue – è pronto a dare battaglia di nuovo con l’energia e l’intelligenza di sempre.
Dopo tante discussioni sull’opportunità o meno di una tua candidatura a sindaco di Grugliasco, che cosa alla fine ti ha spinto ad accettare? Lasciamo per un momento da parte la mia storia politica. Io innanzitutto sono un cittadino di Grugliasco. È dal 1972 che insegno nelle scuole di Grugliasco e ancora vi insegno. Vi abito da quando mi sono sposato, mia moglie lavora qui, i miei due figli vivono qui, la mia nipotina vive qui.
Vuoi che non mi stia a cuore il futuro di questa città, una città mai caduta tanto in basso come con questa amministrazione, capace solo di coltivare clientele e produrre una distanza abissale tra politica e cittadini?
Bastano queste credenziali per candidarsi a sindaco? Beh, non è poco. In ogni caso fino a qualche settimana sono stato presidente del Conig, un consorzio privato di imprese, e poi, lo confesso, sono anche stato sindaco per otto anni riportando insieme alla squadra di governo e a tantissimi cittadini impegnati in prima fila la città all’onore del mondo, onore che aveva perso così malamente. Allora se guardando al futuro dico che credo di conoscere le potenzialità e le criticità della città, forse so di cosa sto parlando.
Guardando al futuro, secondo te quali sono le potenzialità e le criticità della città? Le potenzialità e le criticità sono molte, ma per brevità soffermiamoci sulle quattro più importanti per dare un’idea del lavoro da fare. Innanzitutto l’università. Tutto è fermo a dieci anni fa, perché al di là delle chiacchiere non si è mosso nulla. Occorre recuperare la capacità progettuale di allora per fare ripartire il circolo virtuoso. Università vuol dire studenti, residenze, attività economiche, vitalità urbana, ma vuol dire soprattutto ricerca e supporto al rilancio di corso Allamano.
In che senso corso Allamano rappresenta una potenzialità? Per corso Allamano intendo l’area industriale che lo circonda. Conosco molto bene la situazione non fosse altro che come presidente del Conig ho guidato l’insediamento di ben 30 nuove imprese. Non si può pensare che man mano che le fabbriche chiudono quei grandi contenitori vengano trasformati in centri commerciali e case, case e poi case ancora, come sta accadendo a Lesna. A Grugliasco c’è bisogno di lavoro, di quello vero. Allora occorre che l’amministrazione metta insieme i tanti progetti - e ce ne sono – per rilanciare un’area già fortemente infrastrutturata in modo da attirare le imprese non tanto con incentivi economici, ma garantendo loro il supporto della ricerca e dell’innovazione che viene dall’università e non solo. Io lo chiamo il lavoro del futuro.
Università, lavoro e poi? E poi bisogna smettere di costruire dopo un decennio caratterizzato da un consumo massiccio del territorio. Bisogna risalire agli anni Sessanta per trovare delle analogie. Occorre avviare una politica di recupero delle aree dismesse, ma anche di rinaturalizzazione di quelle che sono state compromesse. Piantare alberi tutto dove si può, perché gli alberi ripuliscono l’aria e portare il nostro contributo a stabilizzare un clima sempre più impazzito a causa dell’effetto serra.
Inceneritore, Tav, corso Marche, le grandi infrastrutture che interessano Grugliasco … Grandi infrastrutture, grandi criticità. Grazie all’arrendevolezza dei nostri amministratori l’inceneritore non è ancora finito e già si parla di ampliarlo; la Tav, a differenza che in tutti gli altri comuni, a Grugliasco è previsto che passera in trincea invece che in galleria e dulcis in fundo per realizzare corso Marche si parla incessantemente di un progetto “Capitol”, torri di 60 piani da costruire nelle sue vicinanze, per pagarne il proseguimento da corso Francia a corso Tazzoli. Occorre un sindaco capace di dire dei SI’ ma anche dei NO, un’amministrazione autorevole capace di occuparsi del presente ma anche del futuro, anche a costo di essere impopolare.
Il programma tratteggiato per Grugliasco non mi sembra né estremista nè di destra, ma piuttosto di una onesta amministrazione di centrosinistra o no. Infatti è un programma tipico dell’amministrazione di una sinistra riformista.
Ma se è così, perché non lo ha proposto al centrosinistra partecipando alle primarie di coalizione? Gli Ecologisti-Verdi Europei hanno presentato la mia candidatura nei tempi e secondo le regole stabilite, ma è stata bocciata arbitrariamente dagli altri partiti di centrosinistra.
E con quale motivazione? La motivazione ufficiale è stata che, avendo l’amministrazione Mazzù-Montà operata ottimamente e avendola io molto criticata, non potevo essere ammesso alle primarie.
Beh, che tu li abbia criticati anche aspramente mi pare sia la verità. Infatti, ma le primarie a mio modo di vedere dovrebbero essere lo strumento per scegliere non solo tra le persone, ma anche tra progetti, programmi, metodi diversi, altrimenti che primarie sono? In realtà mi hanno estromesso, stoltamente, perché temevano di essere battuti.
Perché stoltamente? Perché così mi hanno reso il compito più facile e cioè di batterli alle elezioni, quelle che contano. E hanno dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, lo strano concetto di democrazia di cui sono portatori e che hanno praticato in tutti questi anni: chi dissente, chi ha delle critiche o riserve da fare sul loro operato va eliminato.
La tua sarà una battaglia solitaria o avrai degli alleati? La situazione è ancora in evoluzione, al momento sarò sostenuto da tre liste: la lista civica Grugliasco Democratica che alle ultime elezioni aveva raccolto il 10 % dei consensi, la lista degli Ecologisti e la lista di sinistra Impegno per Grugliasco. Sono in corso incontri e abboccamenti vari con cittadini e forze politiche che mostrano un entusiasmo che non mi aspettavo, per cui non escludo che possano entrare a far parte della coalizione altre liste.
Qualcuno però storce il naso e sostiene che in ogni caso saresti una minestra riscaldata. Ha ragione. Voglio solo far notare che il mio avversario, Montà, fa l’assessore da 12 anni, vive di politica, nel senso materiale del termine, per cui tra i due il più “nuovo” alla fine sono io. Comunque a proposito di minestre riscaldate, meglio una buona minestra riscaldata che una sbobba indigesta. O no?

Tratto da “Punto di Vista” n. 19
intervista a cura di Giovanni Lava

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