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Teatro: tetto, danni e balle

Sorpresa amara per i gestori del Teatro Perempruner (quasi quindici anni di onorato servizio e teatro di eccellenza) di piazza Matteotti a Grugliasco. Giovedì scorso un sopralluogo di tecnici incaricati dal Comune ne ha decretato la chiusura per condizioni di pericolosità del controsoffitto, che deve essere smontato e sostituito. Il graticciato si è imbevuto dell’acqua che cola dalle perdite del tetto e, anno dopo anno, è diventato pesante e deteriorato.
Se va bene tre mesi di lavori e attività in pericolo: laboratori, corsi, teatro per la scuole eccetera.I gestori del teatro avevano appena finito la ritinteggiatura (a spese loro) dell’intero impianto per accogliere al meglio gli spettatori che, dalla prossima settimana, avrebbero partecipato alla nuova stagione teatrale.
Ne parla anche il giornalista lecca lecca in servizio permanente presso gli amministratori grugliaschesi in una velina apparsa su La Stampa di venerdì (leggi).
Ancora una volta il sindaco confeziona una versione che piega la realtà e la crudezza dei fatti alla storiella edulcorata che serve ai suoi concittadini: la scoperta sarebbe stato un fulmine a ciel sereno, oltretutto su lavori vecchi di vent’anni. Dunque nessuno si permetta di chiedergli conto della manutenzione degli edifici comunali o di come sia stato necessario superare con un ordinanza urgente le normali procedure per eseguire lavori necessari e facilmente rilevabili, se solo qualcuno se ne fosse occupato prima.
Quello che davvero fa male è ricordarsi – e ricordare a tutti voi, cari lettori – che il problema del tetto del teatro (e delle sue perdite) venne alla luce circa sei anni fa -  Mazzù sindaco e Montà assessore alla Cultura, dunque anche al teatro – con tanto di articolo del lecca lecca in cui il Mazzù magnificava i lavori che avrebbero eseguito e la meravigliosa tenuta che avrebbe avuto il tetto, visto che se ne sarebbe personalmente occupato lui.
Sei anni dopo, il disastro. Si possono in merito fare tre ipotesi:
1) Il Mazzù raccontò allora delle balle, in linea con il suo stile. Montà, suo assessore, andava a scuola per raccontarle adesso e in grande quantità. Tanto i grugliaschesi hanno la memoria corta...
2) I lavori venero effettivamente eseguiti, ma non in modo soddisfacente.
3) Dopo vent’anni le cose si deteriorano e bisogna sostituirle. In questo caso bastava farlo a teatro chiuso e non all’inizio delle stagione.
Adesso la frittata è fatta, i teatranti non hanno più una sede e una sala. Hanno debuttato stasera al Teatro Adua di Torino con lo spettacolo “Celia Carli, ornitologa” e la settimana prossima lo faranno a Grugliasco, in una sede abborracciata in extremis, lo Chalet del Parco Le Serre.
Non so se gli amministratori di Grugliasco si rendono compiutamente conto del danno provocato e di quello che ancora potrebbero provocare alla cultura della città, a un suo fiore all’occhiello, a una sua proiezione nota in tutta Italia. Spero di sì, perché allora di sbatterebbero come pazzi per aggiustare la situazione, aiutando nei fatti una Compagnia e un teatro che non hanno trattato troppo bene in questi anni.
Per dare un segno di solidarietà, e anche per godere della loro ultima messa in scena, propongo a tutti i lettori e ai cittadini di Grugliasco di partecipare a una delle repliche della prossima settimana (dal 23 al 26 ottobre, Chalet presso Le Serre): una bella serata e una testimonianza di vicinanza e solidarietà.
Mariano Turigliatto